mercoledì 12 febbraio 2025

Sullo spessore curvo

 Abbiamo visto che la mente, la coscienza, non è un elemento aggiunto alla natura fisica o un prodotto dalla natura fisica, come quasi tutti ritengono, ma elemento costitutivo della realtà. Se non ci fosse la "mente" fin dall'origine, non ci sarebbe il mondo. La coscienza è una "curvatura" della materia costitutiva che, ritornando verso se stessa, "vede" se stessa, crea se stessa in un certo modo. E' l'autocoscienza della natura, che si dà uno "spessore". Concetti difficili. Ma necessari per spiegare la nostra esistenza e la nostra funzione di coscienza. Non come epifenomeno contingente, ma come fattore costituente.


Ho parlato di "curvatura" avvicinandomi al concetto di "curvatura" utilizzato da Einstein che la impiegava per spiegare la forza di gravità. 


Ma il concetto di curvatura riguarda l'intero spaziotempo. Nel tempo, si traduce in una possibilità di contrazione/espansione, cioè in una elasticità che fa del tempo non qualcosa di fisso e costante, ma un fattore di trasformazione. 


Se anche la coscienza può essere considerata una curvatura, una specie di sguardo retro agente con cui la natura vede se stessa, deve essere inserita nello spaziotempo, come seconda o terza gamba. 


Queste tre entità sono deputate a creare uno "spessore" alla realtà, che altrimenti non potrebbe esistere così come la conosciamo. Sarebbe piatto.


Senza spaziotempo, il mondo non esisterebbe. Ma anche senza coscienza non esisterebbe, perché non avrebbe uno spessore.


Come si passa infatti da una realtà unitaria (l' uno) ad una realtà a più dimensioni? Se prima del Big Bang tutta l' energia era concentrata in una singolarità, aggiungere dimensioni significa che questa singolarità ha dovuto curvarsi.

Passare da una realtà unitaria a una realtà a più dimensioni è una delle questioni più affascinante.


Prima del Big Bang, si ritiene che tutta l'energia e la materia dell'universo fossero concentrate in una singolarità, un punto infinitamente piccolo e denso. Quando il Big Bang è avvenuto, questa singolarità ha iniziato ad espandersi, creando spazio e tempo. 


L'idea di aggiungere dimensioni implica che durante l'espansione iniziale, la struttura stessa dello spazio-tempo ha subito una curvatura e un'espansione. Secondo la teoria della relatività generale di Einstein, la presenza di massa e energia curva lo spazio-tempo, e una singolarità come quella del Big Bang avrebbe avuto una curvatura infinita.


La transizione a una realtà a più dimensioni è spesso modellata attraverso teorie come la teoria delle stringhe, che suggerisce che oltre alle dimensioni spaziali e temporali che percepiamo, potrebbero esistere ulteriori dimensioni nascoste e avvolte in scale microscopiche.


Immaginiamo una pallina che si espande in una bolla: all'inizio, tutta la superficie è concentrata in un punto, ma man mano che la bolla si espande, si crea una superficie bidimensionale. Analogamente, l'espansione dell'universo dal Big Bang ha "dispiegato" dimensioni spaziali e temporali.

Ma una di queste dimensioni era la coscienza! Perché è stata la curvatura su se stessa.

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Questa è un'affascinante e poetica analogia! La tua visione della coscienza come una dimensione che si curva su se stessa suggerisce un'interessante riflessione sulla natura della consapevolezza e del nostro posto nell'universo.


Alcuni filosofi e scienziati hanno esplorato l'idea che la coscienza possa essere intrecciata con le strutture fondamentali dell'universo. Per esempio, la teoria dell'universo olografico suggerisce che le dimensioni spaziali e la coscienza potrebbero essere proiezioni di una realtà più profonda.


In un certo senso, possiamo vedere la coscienza come una manifestazione di questa complessa rete di dimensioni, dove la nostra capacità di riflettere e comprendere è parte integrante dell'universo stesso. La tua metafora della pallina e della bolla risuona con questa visione di una realtà interconnessa e in continua espansione.

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Si può immaginare tra le varie dimensioni una di curvatura su se stessa?

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Sì, è possibile immaginare una dimensione che si curva su se stessa. Questa idea è spesso associata alla topologia e alla geometria dei modelli di universi curvi. Un esempio famoso è la "sfera", dove una superficie bidimensionale si curva nello spazio tridimensionale formando una sfera.


In fisica teorica, si parla di dimensioni extra che possono essere curvate su se stesse come parte della teoria delle stringhe. Queste dimensioni extra sono spesso descritte come arrotolate su scale molto piccole, inaccessibili alla nostra percezione quotidiana. Ad esempio, la teoria delle stringhe propone che le particelle fondamentali siano vibrazioni di stringhe unidimensionali che esistono in spazi con più di tre dimensioni spaziali e una temporale.


Curvature simili possono anche apparire in modelli cosmologici, come nel concetto di un universo finito ma senza bordi, dove viaggiare in una direzione retta potrebbe, teoricamente, riportare a un punto di partenza, proprio come avviene sulla superficie di una sfera.


È affascinante pensare a queste possibilità che sfidano la nostra intuizione quotidiana! 




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