mercoledì 12 febbraio 2025

Darwin

 

Anche la mia teoria dell' interrelazione delle diadi non può essere matematizzata e assomiglia a un sorta di evoluzionismo darwiniano applicato all' universo. In tal senso spiega la nascita e l' evoluzione del tutto. Quindi onore a Darwin che senza numeri ma con il solo potere dell' osservazione creò una nuova visione del mondo. Come ho già notato, la matematica ci descrive solo relazioni quantitative, lasciando però fuori le qualità più importanti per noi: i pensieri, gli stati d' animo, i sentimenti, le emozioni ecc. E, fra queste, il senso del tempo, dello spazio e - più grave di tutto - la coscienza.

La matematica può essere applicata solo nei campi in cui si esclude il soggetto. Ma così la scienza non sarà mai completa.

Scienza

Darwin è uno dei pensatori più importanti dell’umanità: se fosse vivo, non vincerebbe il Nobel


di Ferdinando Boero 12 Febbraio 2025   

Jean-Baptiste de Lamarck, con il Trattato di filosofia zoologica, fondò la teoria dell’evoluzione nel 1809, anno di nascita di Charles Darwin. Oggi nessuno consider sorta di evoluzionismo dareiniamo.a la zoologia una branca della filosofia, anche se Aristotele scrisse il primo trattato di zoologia, diviso in tre parti: Historia animalium, De partibus animalium, De generatione animalium. Con la zoologia inizia la cultura tramandata: le pitture rupestri raffigurano animali e sono le prime testimonianze del nostro approccio alla conoscenza e all’arte. Le categorie kantiane, applicate alla zoologia, ci permettono di ascrivere le specie a categorie tassonomiche (la tassonomia studia la biodiversità e dà un nome alle specie), fissate nel Settecento da Linneo nel suo Systema Naturae.


Nella Genesi, il Creatore affida un solo incarico ad Adamo: dare il nome agli animali. Con l’avvento della teoria dell’evoluzione, le specie sono raggruppate in categorie sempre più ampie: generi, famiglie, ordini, classi, phyla, regni. Specie affini evolutivamente, discendenti da un antenato comune non condiviso con altre specie, sono classificate all’interno dello stesso genere, e i generi affini sono classificati nella stessa famiglia. E così via. Noi, ad esempio, apparteniamo al genere Homo e alla famiglia Hominidae, che comprende anche i generi Pongo (oranghi), Gorilla (gorilla) e Pan (scimpanzé). Discendiamo tutti da un antenato comune vissuto nel Miocene inferiore, circa 20 milioni di anni fa. Poi le strade dell’evoluzione si sono divise. Lo studio dell’evoluzione mira a ricostruire la storia delle specie, risalendo ai loro antenati. La discendenza comune è il cardine della teoria dell’evoluzione. Tutti i viventi discendono da un antenato comune e remoto. Nel corso di milioni di anni i discendenti di quell’antenato si sono diversificati. Alcuni sono rimasti molto vicini alla condizione ancestrale, come batteri e archea, altri invece hanno acquisito forme e funzioni sempre più complesse. Tutti, però, parlano lo stesso linguaggio chimico: il codice genetico a base Dna-Rna.


I meccanismi di diversificazione sono molteplici, e la selezione naturale premia quelli vantaggiosi, scartando quelli svantaggiosi. La selezione naturale è la grande intuizione di Darwin che, ai suoi tempi, non conosceva la genetica e che basò la sua teoria sui rapporti ecologici tra le specie, parlando di competizione, predazione, cooperazione. Oltre alla selezione naturale, Darwin scoprì anche la selezione sessuale. Lo fece nel libro che fonda la moderna antropologia: L’origine dell’uomo. Si interessò anche di psicologia, con un libro sull’espressione delle emozioni negli animali e nell’uomo. E di molto altro, dai cirripedi ai lombrichi, gli atolli, le orchidee e gli insetti impollinatori. La biologia evoluzionistica ricostruisce la storia della natura ed è, quindi, una scienza storica: studia la storia naturale. Darwin, infatti, si definì naturalista.




Kant disse che la maturità di una scienza si misura dal suo livello di matematizzazione. Il primo a matematizzare la natura fu Vito Volterra che, nel 1926, scrisse le famose equazioni sui rapporti quantitativi tra un predatore e una preda. E qui cominciano i guai. Si può matematizzare la storia? Esiste un’equazione che la descriva e che ci permetta di prevedere il futuro? Gli storici non ci pensano neppure, e lo sanno anche i matematici. La teoria del caos dimostrò che se ci sono più di due corpi che interagiscono, il loro comportamento diventa intrinsecamente imprevedibile nel medio e lungo termine. I vincoli che renderebbero la storia prevedibile possono essere infranti da contingenze imprevedibili: sono loro a determinare la storia. Darwin lo spiegò con la metafora delle piume. Getta in aria una manciata di piume e tutte cadranno al suolo secondo leggi definite, riferendosi a Galileo e Newton. Poi continua con: ma come è semplice questo problema se confrontato… e fa un elenco di interazioni tra piante, erbivori, carnivori che, nel corso dei secoli, hanno portato agli ecosistemi attuali. Altro che due corpi che interagiscono! Sistemi così complessi non si possono matematizzare, a meno di porre vincoli che azzerino le contingenze. Ma così si perde la storia.


Antonino Zichichi accusò la biologia evoluzionistica di non obbedire ai crismi della scienza galileiana. Senza l’equazione e l’esperimento probante, l’evoluzione non è scienza. Come dire: se i miei strumenti non mi permettono di affrontare un problema, allora quel problema non può essere affrontato dalla scienza. Darwin non costruisce la sua teoria con la matematica: racconta storie, come fanno gli storici. Alcune discipline si prestano alla matematizzazione, altre meno, o per niente. Non esiste l’equazione della caduta dell’Impero Romano e l’evento non si può replicare. L’evoluzione e l’ecologia studiano il fenomeno più complesso dell’universo conosciuto: la vita. E sono scienze storiche e non si possono matematizzare in modo predittivo.


Darwin ha fondato la teoria dell’evoluzione per selezione naturale ed è uno dei pensatori più importanti nella storia dell’umanità. Uno scienziato, un filosofo e uno storico. Se fosse vivo, non vincerebbe il premio Nobel, come non lo hanno vinto Ernst Mayr e Edward Wilson. A compensare questa mostruosità culturale, il 12 febbraio, compleanno di Darwin, brindate alla loro salute.


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