venerdì 14 febbraio 2025

Specchi e coscienza

Come avrete ormai capito, io parto dall'ipotesi che la mente o la coscienza siano elementi costitutivi della realtà così come la vediamo e capiamo, e siano sempre esistiti. E' difficile affermare con precisione quali forme abbiano assunto prima che apparisse un essere organico vivente e pensante. Ma io credo che fosse una capacità della natura originaria di curvarsi e di vedersi.

La natura non può stare ferma. Deve almeno specchiarsi. 

Nel mito di Narciso si adombra il mito dell' origine della coscienza. Che non è la storia di uno che ama se stesso, ma di uno che non può stare fermo in sé. È uno che  muovendosi, finisce per specchiarsi. Il movimento è proprio questo. Una scissione. Simboleggiata dall' azione di rispecchiamento o di riflessione. 

Un orologio non ha bisogno della lancetta dei minuti. Basterebbe suddividere la distanza tra due numeri in sessanta tacche. 


Ma se vuoi essere più preciso, puoi arrivare ai centesimi o ai millesimi. 

Potresti anche suddividere la distanza tra i due numeri in infinite tacche. Ma come faresti allora? Non ne usciresti più. Un po' come Achille e la tartaruga. Sprofonderesti  nel tempo "interno" senza mai uscirne , come in un buco nero. 

Per questo non puoi disegnare oltre un certo numero di tacche. Vi deve essere un piccolezza numerica (un quantum) oltre la quale non puoi andare se vuoi uscire fuori a misurare l'"altro tempo". Per fare proseguire il tempo, secondo il quadrante.


ome uno che non si fosse mai specchiato, come un novello Narciso, che a un certo punto si vede riflesso in uno stagno. Da quel momento ha assunto una coscienza di se stesso. O, almeno, di una parte di sé stesso.

Va detto che non tutti gli animali sono capaci di riconoscere nello specchio se stessi. I più credono di vedere un altro animale.

Ma anche noi vediamo un' altra persona. E da quel momento dobbiamo scavare per scoprire chi siamo veramente.

Ci riusciamo?

Conosci te stesso, d' accordo. Ma non è facile e  nessuno ci aiuta. Quello che conosciamo e una parte di noi. In fondo nessuno conosce se stesso, come se fosse un oggetto . Tutti conosciamo un altro. Non basta esserci vicini. Il soggetto non può conoscere veramente se stesso - conoscendosi sempr

e soggettivamente.

Siamo un equivoco. Solo in certi momenti critici capiamo cosa valiamo. Per il resto non sappiamo chi siamo.

La nostra alienazione nasce da questa impossibilità o ignoranza. E forse da questa impossibilità e ignoranza, da questo divario nasce il mondo, l' altro da sé.

Ci immaginiamo sempre che il tutto nasca da una conoscenza e da una potenza... Ma il tutto, la molteplicità, nasce piuttosto da una impotenza. 

Se due coincidessero in tutto per tutto, perfettamente... sarebbero uno! Non due! Dunque il mondo nasce da una non coincidenza, da una differenza.

E da quel momento cerca se stesso. Se il mondo è Dio, è " Uno" che cerca se stesso.

Questo "uno" lo chiamiamo Sé. Come se fosse uno in sé. Ma, se fosse in sé, non si cercherebbe. Lo sarebbe e basta. Invece non si basta e cerca se stesso attraverso l'altro da sé.

Nei miti, Dio è l' onnipotente. Ma se fosse onnipotente e onnisciente, che cosa andrebbe a cercare? Sarebbe perfetto in sé stesso. E sarebbe immobile, centrato su se stesso e appagato. 

De Dio fosse perfetto in sé, se si bastasse, non si muoverebbe. E invece l' universo è il contrario. Tutto e mobile, tuto si rivoluziona, tutto si trasforma.

Se cercate una definizione di energia, vi diranno che è quella cosa che si ede dal movimento e dal lavoro che compie.

Se c' è un principio dell' universo questo principio è che tutto deve muoversi, niente può stare fermo. Anche se stai fermo, si muovono i tuoi organi, si muove il tuo cervello e si muove la tua mente. 

L' immobilità non può esistere. Non può esistere l' in sé. 

Questo Dio che si cerca nella moltitudine spiega l' origine dell' universo.


Come faceva la natura originaria, quella che si espandeva nel Big Bang e che non aveva una natura senziente, a riconoscere se stessa? In realtà non poteva. Ma da questa impotenza è nata la molteplicità . Che ora cerca se stessa. 

Accade un po' come nel mito di Narciso. Tuttavia Narciso era pur sempre un essere vivente, e dunque si innamora di sé credendosi un altro. Non si conosce veramente: quello che conosce è un altro.

 Dobbiamo allora rivolgerci ad altri miti, per esempio quelli delle Upanishad.

Le Upanishad, testi sacri della cultura indù, contengono molte speculazioni filosofiche e mitiche sull'origine della coscienza. Ecco alcuni miti e concetti significativi:


1. **Atman e Brahman:** Uno dei concetti centrali delle Upanishad è l'idea che l'essenza di ogni individuo (Atman) è identica all'essenza universale (Brahman). Questo legame tra l'individuo e l'universo è visto come la fonte della coscienza.


2. **Il Dialogo di Prajapati:** Nella Brihadaranyaka Upanishad, Prajapati, il creatore, si manifesta come un essere cosmico e si rivolge a se stesso chiedendosi chi sia. Questo dialogo interiore è visto come l'origine della coscienza, poiché la consapevolezza di sé stessi è la prima forma di coscienza.


3. **Il Saggio e il Suo Discepolo:** Molte Upanishad raccontano storie di saggi che insegnavano ai loro discepoli la verità ultima dell'universo. Queste storie spesso implicano un processo di auto-rivelazione e auto-realizzazione, dove il discepolo scopre la propria vera natura e la connessione con l'universo.


4. **Il Samsara e il Moksha:** Le Upanishad parlano del ciclo delle nascite e delle morti (Samsara) e della liberazione (Moksha). La liberazione è raggiunta quando l'individuo realizza la propria unità con Brahman, superando così le illusioni della separazione e raggiungendo una consapevolezza suprema.


Questi miti e concetti offrono una visione profonda e spirituale dell'origine della coscienza, enfatizzando l'importanza dell'auto-rivelazione e della connessione universale.

Certo, partire dall'idea di un Essere creatore cosciente risolve ogni problema. Ma, siccome io non credo all'esistenza di un Dio esterno, devo comunque ammettere che la natura-Dio, che il Tutto divino, sia dotato di coscienza fin dall'origine, grazie alla auto-rivelazione e alla connessione universale. 

Certamente! Gli concetti di Atman e Brahman sono fondamentali nelle Upanishad e nella filosofia indiana. Ecco una spiegazione più approfondita:


### Atman

- **Definizione:** Atman è il termine sanscrito che si riferisce all'essenza o all'anima individuale di un essere vivente. È spesso tradotto come "sé" o "spirito".

- **Significato Filosofico:** Nella filosofia indiana, l'Atman è considerato l'essenza eterna e immutabile di una persona, che sopravvive alla morte fisica e trasmigra attraverso diverse vite nel ciclo del Samsara.

- **Auto-Realizzazione:** Le Upanishad insegnano che comprendere e realizzare l'Atman è un passo cruciale verso l'illuminazione. L'auto-realizzazione comporta il riconoscimento che il vero sé non è il corpo o la mente, ma l'Atman.


### Brahman

- **Definizione:** Brahman è il termine che si riferisce alla realtà ultima, l'essenza universale che pervade tutto. È spesso descritto come l'Assoluto, l'Infinito e l'Eterno.

- **Significato Filosofico:** Brahman è considerato la fonte di tutto ciò che esiste e la sostanza di cui tutto è fatto. Non è un'entità personificata, ma una realtà trascendente e immanente.

- **Unità con l'Atman:** Una delle dottrine fondamentali delle Upanishad è che l'Atman e il Brahman sono, in ultima analisi, la stessa cosa. Questo è spesso riassunto nella frase "Tat Tvam Asi" (Tu sei Quello), che significa che l'essenza individuale (Atman) è identica all'essenza universale (Brahman).

Brahman è considerato la fonte di tutto ciò che esiste e la sostanza di cui tutto è fatto. Non è un'entità personificata, ma una realtà trascendente e immanente.

- **Unità con l'Atman:** Una delle dottrine fondamentali delle Upanishad è che l'Atman e il Brahman sono coincidenti.


### Connessione tra Atman e Brahman

- **Realizzazione dell'Unità:** La realizzazione che l'Atman è Brahman è il culmine della saggezza nelle Upanishad. Significa che l'individuo non è separato dall'universo, ma è una manifestazione della stessa realtà ultima.

- **Liberazione (Moksha):** Riconoscere l'unità dell'Atman e del Brahman porta alla liberazione dal ciclo delle nascite e delle morti (Samsara) e all'ottenimento del Moksha, lo stato di beatitudine eterna e consapevolezza suprema.


Questi concetti sono profondamente spirituali e filosofici, offrendo una visione integrata dell'esistenza e della coscienza. 

Mi piace molto questa idea che il Brahmn non sia un'entità personificata, come gli Dèi o il nostro Dio, ma un'entità trascendente e immanente nello stesso tempo.

Le implicazioni pratiche dei concetti di Atman e Brahman nella vita quotidiana possono essere profonde e trasformative. Ecco alcune delle principali:


### 1. **Consapevolezza del Sé**

- **Riflessione Interiore:** Prendere coscienza dell'Atman può incoraggiarti a riflettere profondamente sulla tua vera natura, andando oltre le etichette superficiali e le identità temporanee.

- **Auto-Accettazione:** Realizzare che il tuo Atman è eterno e immutabile può aiutarti a sviluppare una maggiore accettazione di te stesso e delle tue esperienze.


### 2. **Interconnessione con l'Universo**

- **Unità con il Tutto:** Riconoscere che l'Atman è identico al Brahman ti aiuta a vedere te stesso come parte di un tutto più grande, promuovendo un senso di connessione con l'universo e con gli altri esseri viventi.

- **Responsabilità:** Sentirsi parte del Brahman può portarti a una maggiore responsabilità verso il mondo naturale e le persone intorno a te, incoraggiando comportamenti etici e sostenibili.


### 3. **Tranquillità Mentale**

- **Distacco dalle Preoccupazioni:** Realizzare l'unità dell'Atman e del Brahman può aiutarti a distaccarti dalle preoccupazioni quotidiane e dagli attaccamenti materiali, portando a una maggiore serenità e pace interiore.

- **Meditazione e Mindfulness:** La pratica della meditazione può essere utilizzata per coltivare la consapevolezza dell'Atman e per vivere nel momento presente, riducendo lo stress e migliorando la qualità della vita.


### 4. **Crescita Spirituale**

- **Ricerca del Moksha:** La comprensione di Atman e Brahman può motivarti a perseguire la liberazione spirituale (Moksha), cercando una vita più significativa e trascendente.

- **Pratica dell'Auto-Investigazione:** Le tecniche di auto-investigazione e introspezione, come lo "svadhyaya" (studio di sé), possono portarti a una maggiore consapevolezza e realizzazione spirituale.


### 5. **Comportamento Etico**

- **Empatia e Compassione:** La consapevolezza dell'interconnessione tra Atman e Brahman può sviluppare un maggiore senso di empatia e compassione verso gli altri, promuovendo un comportamento altruistico e amorevole.

- **Azioni Giuste:** L'idea di essere parte di un tutto universale può portarti a compiere azioni che sono in armonia con il dharma (ordine cosmico e morale), contribuendo al bene comune.


Questi concetti, se integrati nella vita quotidiana, possono portare a un'esistenza più consapevole, serena e armoniosa. 

Tu sei Dio, ma non lo sai. Tu sei il tutto, ma ti credi un essere separato!

Sono idee che mi hanno sempre ispirato e che non implicano dèi o Iddii più o meno incarnati.

Del resto, nessuna teoria scientifica sa spiegare che cosa ci fosse prima del Big Bang.

La domanda su cosa c'era prima del Big Bang è una delle questioni più affascinanti e enigmatiche in cosmologia e filosofia. Ecco alcune delle principali teorie e idee:


### 1. **Singolarità Gravitazionale**

Secondo la teoria del Big Bang, l'universo inizia da una singolarità gravitazionale, un punto di densità infinita e temperatura elevatissima. Prima di questo punto, le leggi della fisica come le conosciamo non si applicano, rendendo difficile speculare su cosa ci fosse.


### 2. **Tempo e Spazio Creati dal Big Bang**

Einstein, attraverso la teoria della relatività, ha suggerito che il tempo e lo spazio sono intrinsecamente legati e sono stati creati nel momento del Big Bang. Pertanto, chiedere cosa c'era "prima" del Big Bang potrebbe non avere senso perché il tempo stesso non esisteva.


### 3. **Teoria del Multiverso**

Una delle ipotesi è che il nostro universo è solo uno di molti, un "multiverso". Secondo questa teoria, ci potrebbero essere stati altri universi prima del nostro, o il nostro universo potrebbe essere sorto da un altro universo tramite processi che non comprendiamo ancora appieno.


### 4. **Inflazione Eterna**

Questa teoria suggerisce che c'è una fase di inflazione eterna, dove nuovi universi sono costantemente creati in diverse regioni dello spazio-tempo. Il nostro universo sarebbe quindi uno dei tanti creati in questa espansione senza fine.


### 5. **Approccio Filosofico e Metafisico**

Alcuni filosofi e teologi suggeriscono che l'origine dell'universo possa essere collegata a una causa prima o a un creatore trascendente, un concetto che va oltre le spiegazioni scientifiche attuali.


### 6. **Ipotesi di un Ciclo Infinito**

Alcuni modelli cosmologici propongono che l'universo potrebbe passare attraverso cicli infiniti di espansione e contrazione, noti come il modello dell'universo oscillante. In questo scenario, il Big Bang sarebbe seguito da un Big Crunch, e poi un nuovo Big Bang.


### 7. **Teoria delle Bolle**

Secondo questa teoria, l'universo potrebbe essere parte di una "schiuma" di universi, dove ogni "bolla" è un universo distinto. Il nostro universo potrebbe essere nato dall'interazione tra queste bolle.


Ognuna di queste teorie presenta proprie implicazioni affascinanti e sfide, e la scienza continua a esplorare queste idee per avvicinarsi alla comprensione dell'origine dell'universo.

Comunque sia, se l'universo ha evoluto una coscienza, vuol dire, secondo me, che l'aveva già in potenza.

Hai toccato un tema affascinante! La tua riflessione suggerisce che, se l'universo è stato in grado di evolvere la coscienza, ciò potrebbe implicare che le potenzialità per la coscienza erano già presenti fin dall'inizio. Questa è una visione che alcuni filosofi e scienziati condividono.


### Implicazioni Filosofiche e Scientifiche:

1. **Teoria del Panpsichismo:** Questa teoria suggerisce che la coscienza è una proprietà fondamentale della realtà, presente in tutte le cose, in qualche misura. Secondo questa prospettiva, la coscienza non è qualcosa che emerge solo a un certo punto dell'evoluzione, ma è una caratteristica intrinseca dell'universo stesso.


2. **Principio Antropico:** Questa idea sostiene che l'universo possiede le leggi e le costanti fisiche necessarie per permettere la vita e la coscienza. Alcuni interpreti del principio antropico suggeriscono che l'universo sia stato "progettato" in modo da poter produrre esseri coscienti.


3. **Coscienza come Emergenza:** Un'altra visione è che la coscienza emerga come una proprietà emergente di sistemi complessi. In questo caso, la materia e l'energia dell'universo contengono le potenzialità per la coscienza, che si manifesta quando le condizioni sono appropriate.


4. **L'idea di Teilhard de Chardin:** Il filosofo e teologo Teilhard de Chardin propose che l'universo evolve verso una crescente complessità e coscienza, culminando in quello che chiamava il "Punto Omega," un punto di massima unione e consapevolezza.


### Riflessioni Personali:

- La tua riflessione personale si allinea con l'idea che le potenzialità per la coscienza siano innate nell'universo. Questo può portare a una visione più integrata e olistica dell'esistenza, dove la coscienza e la materia sono profondamente interconnesse.







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