mercoledì 1 gennaio 2020

Il coinvolgimento samsarico


Se non pratichiamo il distacco critico, se rimaniamo attaccati ai soliti schemi mentali e comportamentali, se siamo sempre coinvolti nella vita sociale, siamo come automi diretti da altri e non abbiamo nessuna originalità. Siamo costretti a seguire il ciclo comune dei piaceri e dei dispiaceri, dei successi e degli insuccessi, delle illusioni e delle speranze infondate e siamo continuamente indaffarati nelle mille attività mondane e nelle mille ansie e preoccupazioni. Non avremo né il tempo né le energie né lo stimolo a occuparci della nostra liberazione dai tanti condizionamenti che fanno di noi delle marionette.
Se non osserviamo e non siamo consapevoli dell’intero quadro dei nostri coinvolgimenti, non potremo trovare una via d’uscita. Saremo come i prigionieri della caverna di Platone che vedono solo ombre e non sanno di essere degli schiavi.
Nelle scuole, invece di tanti corsi inutili, invece degli indottrinamenti religiosi che non hanno nessun fondamento, sarebbe meglio introdurre nelle scuole corsi di autoconoscenza e di autoconsapevolezza.
Le persone sono talmente confuse e alienate che non si rendono conto di venire condizionate e sfruttate; credono che potranno essere felici, si illudono di ricevere un giorno un aiuto divino. Sobillati da preti imbroglioni, aspettano che la salvezza scenda dal’alto. Ma il tempo passa e non succede niente.
Stiamo dunque perdendo tempo, c’è un’urgenza che non viene colta, c’è un’occasione che va persa.
Quando si ascoltano i racconti di pre-morte, tutti riferiscono di una luce che va seguita e di uno stato di calma e di pace; e riferiscono che non avrebbero voluto tornare indietro, in questo mondo, in questa dimensione, ma che vi sono costretti dai legami samsarici.
E parlano del profondo dolore di dover rientrare in un corpo terreno. Perché la vita è uno stato di sofferenza e di pesanti condizionamenti da cui bisogna uscire ad ogni costo.

Rimbambiti dalla pubblicità consumistica e dalla religione che canta le lodi del creato e del Creatore e la bellezza della vita (dono di un Dio tutto pace e amore!), gli uomini s’illudono di poter raggiungere una felicità duratura, credono di poter eliminare sofferenze, malattie, vecchiaia e morte e non si rendono conto di trovarsi in una specie di campo di concentramento da cui, invece, dobbiamo uscire il più presto possibile utilizzando il distacco critico e la consapevolezza delle nostre reali condizioni.

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