Se non
pratichiamo il distacco critico, se rimaniamo attaccati ai soliti schemi
mentali e comportamentali, se siamo sempre coinvolti nella vita sociale, siamo
come automi diretti da altri e non abbiamo nessuna originalità. Siamo costretti
a seguire il ciclo comune dei piaceri e dei dispiaceri, dei successi e degli
insuccessi, delle illusioni e delle speranze infondate e siamo continuamente
indaffarati nelle mille attività mondane e nelle mille ansie e preoccupazioni.
Non avremo né il tempo né le energie né lo stimolo a occuparci della nostra
liberazione dai tanti condizionamenti che fanno di noi delle marionette.
Se non osserviamo
e non siamo consapevoli dell’intero quadro dei nostri coinvolgimenti, non
potremo trovare una via d’uscita. Saremo come i prigionieri della caverna di
Platone che vedono solo ombre e non sanno di essere degli schiavi.
Nelle scuole,
invece di tanti corsi inutili, invece degli indottrinamenti religiosi che non
hanno nessun fondamento, sarebbe meglio introdurre nelle scuole corsi di
autoconoscenza e di autoconsapevolezza.
Le persone
sono talmente confuse e alienate che non si rendono conto di venire condizionate
e sfruttate; credono che potranno essere felici, si illudono di ricevere un
giorno un aiuto divino. Sobillati da preti imbroglioni, aspettano che la
salvezza scenda dal’alto. Ma il tempo passa e non succede niente.
Stiamo
dunque perdendo tempo, c’è un’urgenza che non viene colta, c’è un’occasione che
va persa.
Quando si
ascoltano i racconti di pre-morte, tutti riferiscono di una luce che va seguita
e di uno stato di calma e di pace; e riferiscono che non avrebbero voluto
tornare indietro, in questo mondo, in questa dimensione, ma che vi sono
costretti dai legami samsarici.
E parlano
del profondo dolore di dover rientrare in un corpo terreno. Perché la vita è
uno stato di sofferenza e di pesanti condizionamenti da cui bisogna uscire ad
ogni costo.
Rimbambiti
dalla pubblicità consumistica e dalla religione che canta le lodi del creato e
del Creatore e la bellezza della vita (dono di un Dio tutto pace e amore!), gli
uomini s’illudono di poter raggiungere una felicità duratura, credono di poter
eliminare sofferenze, malattie, vecchiaia e morte e non si rendono conto di
trovarsi in una specie di campo di concentramento da cui, invece, dobbiamo
uscire il più presto possibile utilizzando il distacco critico e la
consapevolezza delle nostre reali condizioni.
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