lunedì 13 gennaio 2020

Il Grande Balzo


Gli uomini continuano ad essere influenzati (senza rendersene conto) dalle vecchie concezioni teologiche. Ho sempre sostenuto, per esempio, che la teoria del Big Bang (grande esplosione) sia ancora un’interpretazione della mitologia biblica della creazione applicata alla scienza. E infatti sorgono parecchi dubbi. Se l’universo si contraesse fino a ritornare ad una Singolarità iniziale (Dio!), non varrebbero più le leggi della relatività, ma entrerebbero in campo le leggi della meccanica quantistica. E una di queste (“gravità quantistica a loop”) prevede che a quel punto entrerebbe in azione una forza repulsiva che fermerebbe la contrazione e darebbe origine a una nuova espansione.
Quindi l’universo andrebbe avanti a balzi (Big Bounce), espandendosi e contraendosi di continuo. E qui la Singolarità iniziale (modellata sul concetto del Dio creatore) andrebbe a farsi benedire.
Come dire, l’universo è eterno e non ha bisogno di un Dio che lo faccia partire. Abbandoniamo la Bibbia e riprendiamo in mano le antiche concezioni orientali di un universo ciclico, che come tutti i circoli non ha né un inizio né una fine.
“Né un inizio né una fine”… ed è intuitivo che sia così. Perché “inizio” e “fine” sono concetti di una mente dualistica e non appartengono alla trascendenza che è al di là di tutte le contrapposizioni, così come avevano capito Eraclito in Occidente e le Upanisad in Oriente.
La legge fondamentale dell’universo è “niente si crea e niente si distrugge, ma tutto si trasforma”.
Tutti i processi in questo universo vanno a ondate. Prima arriva un’onda, si erge e si abbassa. Ma dove va a finire e da dove veniva? Ovviamente veniva dal mare ed è rifluita nel mare. Quindi è scomparsa, ma non è scomparsa. Come onda singola è finita, ma in realtà si è trasformata in qualcos’altro.
Analogamente gli oggetti d’oro hanno una loro singolarità. Ma, quando vengono fusi, scompaiono come oggetti singoli, ma si trasformano in qualcos’altro. Scompaiono, ma non continuano sotto altre forme. Finiscono, ma la loro potenzialità di essere non finisce.

          

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