giovedì 16 gennaio 2020

Il Dio disumano


Molti credono che esista un Dio e che un giorno lo vedranno. Ma, come dice anche il filosofo Umberto Galimberti, con Dio non si può avere un “faccia a faccia”, per il semplice motivo che Dio non ha faccia, o, meglio, ha tutte le facce.
Che cosa potranno vedere? Una luce, un’energia, uno spirito?
La trascendenza è tale proprio perché è al di là di ogni legge naturale, di ogni regola razionale, di ogni etica, di ogni principio retributivo. Non risponde neppure ai principi di identità e di non contraddizione.
La trascendenza è al di là del bene e del male, dei concetti di identità e disidentità.
In queste condizioni, nessuno può dire che cosa sia e soprattutto nessuno può vedere la sua faccia. Diceva bene il Dio biblico: “Nessuno può vedermi e restare vivo” (Esodo 33, 20).
Stando così le cose, nessuno può vedere né pensare Dio, e le teologie non sono che “paglia” come disse san Tommaso in un momento di illuminazione. È per questo che in molte religioni si vieta la raffigurazione della trascendenza. Ma non nel cristianesimo, che rappresenta Dio come un vecchio o una luce, scadendo subito nell’idolatria.
E il massimo dell’idolatria è pensare che abbia assunto una forma umana. Troppa presunzione.
Come dicono i padri orientali, Dio si è fatto uomo, perché l’uomo si facesse Dio. Troppa hybris! Troppa volontà di potenza.
Molto meglio, allora, accettare che Dio sia il Vuoto (di definizioni e di concetti) e ritenere che non pensarlo sia più vicino a Dio che pensarlo in tutte queste forme ridicole.
La verità è che siamo imprigionati da troppe idee preconcette, da troppi miti, fra cui, prima di tutti, quello di un Dio fatto a misura d’uomo.

Nessun commento:

Posta un commento