mercoledì 22 gennaio 2020

Nirvana e samsara


Conoscere se stessi… è una parola! Per conoscere veramente noi stessi, dovremmo prima conoscere tutti gli altri soggetti-oggetti nel presente e nel passato, perché tutto condiziona tutto. E siccome non è possibile, dobbiamo accontentarci di qualche tratto del carattere o, meglio ancora, degli aspetti essenziali. Ma ci sfuggirà sempre l’insieme, anche perché, per conoscerci, dovremmo a nostra volta farci oggetti… e perdere il soggetto che siamo.
Comunque non dobbiamo scoraggiarci. Anche se non conosciamo interamente noi stessi, possiamo esserlo… a nostra insaputa. Non è dunque il caso di prendere questa incapacità in modo drammatico e pesante. Al contrario, prendiamo lezione dalla fragilità e fluidità della nostra condizione per essere il più possibile agili, aperti e lievi.
Da sconsigliare soprattutto l’attaccamento al nostro presunto ego. Questa sì che è una iattura. Teniamo conto che siamo come una sfera di vetro in una cassa di pietre. Rilassiamoci, non tendiamoci, lasciamo andare. Quando ci rilassiamo e ci apriamo entriamo nel nirvana; quando ci irrigidiamo e ci chiudiamo siamo prigionieri di un pesante samsara.

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