Si dice che
l’ottimista veda il bicchiere mezzo pieno e il pessimista lo veda mezzo vuoto,
ed è vero. Però il problema nasce quando la divisione non è più 50 e 50, ma per
esempio 30 e 70 o 20 e 80. Se le cose vanno male e il bicchiere è vuoto all’80
per cento, per l’ottimista sarà più dura; e peggio ancora se sarà vuoto al 90
per cento. Se un bambino nasce con una pesante difetto o con un grave ritardo,
non c’è più né Dio né Provvidenza. Le cose sono negative… e perché?
Questo per
dire che non tutti gli uomini hanno la stessa dotazione o lo stesso destino. A
chi va molto male e a chi va meglio. Ma se proprio va male, a chi dare la
colpa? Ci sono storie atroci, apparentemente inspiegabili, se non presupponendo
un karma negativo precedente. Qui non c’è più un Dio buono e giusto. Qui c’è
un’ingiustizia e un danno irreparabile. Andate in un ospedale sul piano dei
bambini oncologici, oppure sul piano dei bambini nati con spaventose
deformazioni.
Se la vita
si ferma qui, non c’è più nessuna speranza, nessuna possibilità di recupero.
Solo se la vita continuasse e ci fosse una possibilità compensatoria e
riparatoria, si potrebbe ancora sperare. Ma noi non siamo certi di nulla, ed
anche questa è una situazione inspiegabile. Perché siamo avvolti dal mistero,
dall’incertezza?
Se ci fosse
un Dio che dicesse: “Ragazzi io sono qui, e qui ci sono il paradiso e l’inferno,
sappiatevi regolare”, la situazione sarebbe chiara, razionale e giusta. E lo
stesso se ci fosse un karma compensatorio. Ma c’è sempre la possibilità che non
esista niente di tutto questo, e in tal caso non ci sarebbe spazio per l’ottimista,
e il nato male o il morto precoce sarebbero senza speranza e il cattivo la
farebbe franca. Sarebbe il regno del caos e del caso, nient’altro.
Il Papa
oggi ha detto: “Preghiamo il Signore perché ci dia il dono della pace!”, ma lo
dice in mezzo allo scoppio di tante guerre. Il che è come dire: “Su Dio non ci
contate”.
Oltretutto,
vediamo bene che la vita si base sulla competizione e sul conflitto. E Dio, cui
ci rivolgiamo per la pace, sarebbe il creatore di questo mondo di guerre.
Non possiamo
aspettarci che la pace o la giustizia scendano dal cielo, da un cielo che crea
l’antagonismo. Siamo noi che dobbiamo darci da fare. La trascendenza è un’altra
cosa – non è razionale, non ha né la nostra logica né il nostro senso della
giustizia e dell’equilibrio. Né appare dotata di compassione.
Credere in
un Dio di pace, amore e bontà è credere in un idolo costruito dalla nostra
mente fantasiosa. La realtà e la vera trascendenza sono ben altre cose.
Nessun commento:
Posta un commento