sabato 4 gennaio 2020

Il Dio della guerra


Si dice che l’ottimista veda il bicchiere mezzo pieno e il pessimista lo veda mezzo vuoto, ed è vero. Però il problema nasce quando la divisione non è più 50 e 50, ma per esempio 30 e 70 o 20 e 80. Se le cose vanno male e il bicchiere è vuoto all’80 per cento, per l’ottimista sarà più dura; e peggio ancora se sarà vuoto al 90 per cento. Se un bambino nasce con una pesante difetto o con un grave ritardo, non c’è più né Dio né Provvidenza. Le cose sono negative… e perché?
Questo per dire che non tutti gli uomini hanno la stessa dotazione o lo stesso destino. A chi va molto male e a chi va meglio. Ma se proprio va male, a chi dare la colpa? Ci sono storie atroci, apparentemente inspiegabili, se non presupponendo un karma negativo precedente. Qui non c’è più un Dio buono e giusto. Qui c’è un’ingiustizia e un danno irreparabile. Andate in un ospedale sul piano dei bambini oncologici, oppure sul piano dei bambini nati con spaventose deformazioni.
Se la vita si ferma qui, non c’è più nessuna speranza, nessuna possibilità di recupero. Solo se la vita continuasse e ci fosse una possibilità compensatoria e riparatoria, si potrebbe ancora sperare. Ma noi non siamo certi di nulla, ed anche questa è una situazione inspiegabile. Perché siamo avvolti dal mistero, dall’incertezza?
Se ci fosse un Dio che dicesse: “Ragazzi io sono qui, e qui ci sono il paradiso e l’inferno, sappiatevi regolare”, la situazione sarebbe chiara, razionale e giusta. E lo stesso se ci fosse un karma compensatorio. Ma c’è sempre la possibilità che non esista niente di tutto questo, e in tal caso non ci sarebbe spazio per l’ottimista, e il nato male o il morto precoce sarebbero senza speranza e il cattivo la farebbe franca. Sarebbe il regno del caos e del caso, nient’altro.
Il Papa oggi ha detto: “Preghiamo il Signore perché ci dia il dono della pace!”, ma lo dice in mezzo allo scoppio di tante guerre. Il che è come dire: “Su Dio non ci contate”.
Oltretutto, vediamo bene che la vita si base sulla competizione e sul conflitto. E Dio, cui ci rivolgiamo per la pace, sarebbe il creatore di questo mondo di guerre.
Non possiamo aspettarci che la pace o la giustizia scendano dal cielo, da un cielo che crea l’antagonismo. Siamo noi che dobbiamo darci da fare. La trascendenza è un’altra cosa – non è razionale, non ha né la nostra logica né il nostro senso della giustizia e dell’equilibrio. Né appare dotata di compassione.
Credere in un Dio di pace, amore e bontà è credere in un idolo costruito dalla nostra mente fantasiosa. La realtà e la vera trascendenza sono ben altre cose.

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