Viviamo di
illusioni e di apparenze più o meno superficiali. Ogni cosa, ogni aspetto della
realtà, se esaminato a fondo, rivela un volto celato che forse non ci piace.
Prendiamo l’amore
materno – che cosa c’è di più nobile? Eppure anche la madre mette al mondo un
figlio per una malcelata volontà di potenza e di condizionamento. Perché quel
figlio, a differenza degli uomini, sarà costretto per tutta la vita ad amare e
ad essere riconoscente alla madre. C’è un potere più grande di questo?
E quanto
costa quel figlio alla donna? Lo amerà veramente o dovrà combattere contro il
desiderio, in certi momenti, di cancellarlo dalla faccia della Terra, dato che
è la sua catena, ciò che le impedisce di realizzarsi come individuo?
E che amore sarebbe quello in cui si dice: questo è mio? E' una forma di appropriazione.
E che amore sarebbe quello in cui si dice: questo è mio? E' una forma di appropriazione.
Ognuno si
afferma come può, ognuno paga un prezzo salato alla volontà di vita, ognuno
vuole afferrare la sua fetta di predominio. E il miglior modo di farlo è
condizionare qualcuno – fosse pure un figlio.
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