sabato 25 gennaio 2020

A forza di pregiudizi


Nell’operazione di conoscere gli altri – e quell’ “altro” che siamo noi per noi stessi – c’è un errore che compiono tutti: non tengono conto dei propri pregiudizi. In effetti dovrebbero prima sbarazzarsi degli schemi con cui giudicano di solito la realtà, dovrebbero liberarsi dell’attaccamento alle valutazioni, ai preconcetti. In altri termini, sarebbe necessario fare tabula rasa dei pregiudizi, degli schemi, delle ricette e delle fedi precostituite. Altrimenti, continuiamo a riproiettare gli stessi luoghi comuni, non giungendo mai ad una vera conoscenza, applicando semplici etichette.
Ma, per non cadere in questa trappola, dovremmo essere capaci di fare un’autoanalisi. Che quasi nessuno è disposto a intraprendere. Chi è così onesto da pensare: “Sto applicando un’ideologia, sto proiettando convinzioni non verificate”?
Solo in campo scientifico esiste una possibilità di verifica oggettiva. In tutti gli altri campi (politica, filosofia, religione, ecc.) si va avanti a forza di pregiudizi.
Il problema è che ci vorrebbe un’onestà molto difficile da applicare.


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