Nella teologia
cristiana, Dio viene equiparato al Logos, termine greco che indica sia il pensiero
razionale sia la manifestazione del pensiero che si concretizza differenziando
le cose e dando loro un preciso significato. È chiaro dunque che questo
Logos-Dio è un principio di razionalità, la nostra razionalità che distingue e
dà un nome a ogni ente.
Ora la
razionalità si basa su due principi: il principio di non contraddizione, per il
quale tutte le cose sono se stesse e non altre, e il principio di causalità,
per il quale ogni ente deriva da una causa. Ma i principi, i concetti e la
ragione, mentre identificano e danno significati univoci, non ci danno la
realtà-verità. Ci danno una realtà artefatta, interpretata e limitata.
Per
conoscere razionalmente noi dobbiamo dividere e contrapporre: alto e basso,
bene e male, giusto e ingiusto, giorno e notte, ecc. Questa interpretazione ci
permette di avere significati condivisi e quindi di comunicare. Ma ci dà una
realtà artefatta e limitata, ben poco degna di Dio.
La
trascendenza è un’altra cosa, è ciò che trascende tutti questi principi. Per
esempio Eraclito dice che Dio è giorno e notte, guerra e pace, inverno ed
estate, sazietà e fame e muta come il fuoco. Al di là del dualismo della mente.
E lo stesso dice l’Oriente, per esempio il taoismo o l’advaita vedanta.
Il discorso
non è affatto astratto, perché questa trascendenza a-razionale ci abita
interiormente. Quando entriamo ogni notte nel regno del sogno, perdiamo tutti
questi principi e possiamo essere in due o più posti contemporaneamente,
giovani e vecchi, possiamo volare, possiamo vivere tempi diversi, possiamo
essere noi stessi ma anche altri… tutto un altro mondo. E anche quando nasciamo
siamo ancora indefiniti e indeterminati: solo con il tempo impareremo a
diventare razionali.
Ma l’irrazionalità,
l’indeterminazione e la follia continueranno ad abitarci.
Questa è la
trascendenza – la trascendenza della mente razionale e dualistica. Che ha poco
a che fare con il Dio-Logos, tutto razionalità, principi, contrapposizioni,
divisioni e definizioni.
Il Dio
razionale delle religioni è una caricatura umanoide, un’immagine che ci siamo
creati noi, dimenticando che cosa sia la vera trascendenza.
Anche l’esperienza
che cerchiamo in meditazione non può essere ciò cui ci può portare la ragione, ma
qualcosa che oltrepassa la comune razionalità, qualcosa che supera le divisioni
e oltrepassa il dualismo dei concetti razionali.
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