giovedì 2 gennaio 2020

Lo scatto d'ira del Papa


Tante belle parole: amare il prossimo, amare addirittura i nemici, fare la carità, ecc., ma lo scatto d’ira del Papa, trattenuto con la mano da una fedele durante una cerimonia, ci dimostra che il cristianesimo non ha nessuna capacità di trasformare il carattere dell’individuo. Per quanto un cristiano possa essere buono, non ha nessun controllo sui propri impulsi, soprattutto sull’ira e la rabbia. Anche Gesù era così: lo abbiamo visto rovesciare con ira le bancarelle dei mercanti.
Solo il buddhismo, con lo sviluppo dell’autoconsapevolezza, si preoccupa di osservare e di trasformare gli impulsi e le reazioni primarie, in particolare la rabbia, l’avversione e l’odio. Nessun’altra religione può trasformare il cuore dell’uomo.
Gesù predica l’amore, ma non indica nessuno strumento per suscitare questo sentimento, se non la buona volontà e una cieca repressione degli istinti più negativi. Così possiamo anche avere dei santi che si occupano magari di poveri o di malati, ma che non hanno conoscenza né di se stessi né degli altri, e che non hanno nessun metodo pratico di controllo dei propri impulsi.
Ecco perché queste religioni falliscono regolarmente nel produrre quella pace di cui parlano di continuo. Non danno ai loro fedeli tecniche per riconoscere e trasformare la rabbia che pure cova in ogni cuore. Non hanno metodi di autocontrollo e di sviluppo della consapevolezza di sé. Non apprezzano valori fondamentali come la calma, il distacco o la lucidità mentale.

In parole semplici, le religioni teiste non hanno sviluppato nessuna pratica di vera meditazione. Non è importante che crediate in un Dio o che abbiate fede, speranza e carità. Dentro di voi rimanete i bruti di sempre, perché nessuno vi ha insegnato a conoscere e a cambiare nel profondo voi stessi.

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