Il mondo è meraviglioso. D'accordo. Ma è anche terribile. E lo
stesso si può dire di tutto.
Ogni cosa ha due
aspetti. Bene e male, positivo e negativo... sono sempre intrecciati,
compresenti e complementari.
Se ci si abitua a
ragionare così - osservando contemporaneamente le due facce della medaglia -,
la finiremo con questa sciocchezza del pessimismo/ottimismo, e vedremo
finalmente la realtà. Questa è una prima forma di trascendenza, al di là del
dualismo mentale.
Negli stati d'animo,
nei giudizi, ogni volta, bisogna ritornare all'origine del continuum
soggetto-oggetto e decidere quale visuale adottare. La responsabilità è tutta
nostra, non della realtà, ma del modo in cui la percepiamo e giudichiamo.
Lo scopo dovrebbe essere quello di raggiungere una certa
equanimità, una visione trascendente e universalistica.
Certo, tale atteggiamento non ci esime dall’essere colpiti dal
dolore quando questo si abbatte su di noi. Ma ci consente di non aggiungere la
sofferenza mentale di chi non capisce nulla e s’illude di avere qualche
protettore celeste.
Anche Gesù nutriva questa illusione: “Allontana da me questo
calice…”. Ed è finita come è finita.
Nessun commento:
Posta un commento