Sentivo che c'è allarme per un ritorno dell'eroina. Si pensava che
questa sostanza ormai fosse desueta e che fosse stata sostituita dalla cocaina,
una droga senza buchi e più adatta allo stile di vita moderno, cioè
all'esaltazione senza distinzioni dell'ego e dell'attivismo frenetico. Ma, in
realtà, è stato fatto notare che non è tanto in aumento l'uso dell'eroina
quanto la dipendenza in generale. Ecco il punto.
Pare che la società
postmoderna sia intrisa di dipendenza, perché porta irresistibilmente a consumi
patologici e a cercare sostegno in qualcosa o in qualcuno. La triste realtà è
che le dipendenze sono tutte in aumento, senza distinzioni. Prendiamo per
esempio il gioco d'azzardo, che nell'agenda mediatica ha soppiantato le
“vecchie” sostanze stupefacenti.
Aggiungerei anche la
religione, veicolata senza soste dalla televisione di Stato e, ovviamente, la
ricerca del leader, del "salvatore della patria". A Torino si è
scoperto che le ostie venivano riempite di crack – insomma una doppia droga.
La nostra società è
"postmoderna" nel senso che ritorna all'antico. Pochi ricchi e
sterminate plebi di miserabili. E dappertutto il bisogno di attaccarsi o a
sostanze che stordiscono la mente o a figure carismatiche che facciano sognare
un cambiamento.
Allora, il problema è
proprio questo: insegnare alle persone ad essere libere ed autonome, e a non
dipendere sempre dagli altri, a non aspettarsi salvatori, a non cercare di
istupidirsi per non vedere la realtà.
La realtà, anche la
più orribile, può essere guardata con occhio impavido e imparziale, senza
inutili isterismi.
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