mercoledì 29 gennaio 2020

Il pensiero unico


Tutti avranno notato che se in una rete televisiva c'è un programma ritenuto importante, una partita di calcio o il festival di Sanremo, tutte le altre rinunciano ad ogni tentativo di concorrenza e trasmettono vecchissimi programmi, scoloriti dal tempo. Insomma, c'è una specie di palinsesto unico, anzi di pensiero unico. Il che dimostra come le nostre aziende non siano attrezzate a farsi una vera concorrenza. Sono abituate a vivere o di monopoli o di accordi sotterranei. Ma sul libero mercato non osano avventurarsi, timorose di affondare. Questo discorso vale in ogni campo, dalle banche ai telefoni, dalle assicurazioni all'energia. Tutti fanno le stesse cose, tutti hanno gli stessi prezzi. Nessuno ha mai un'idea o un'iniziativa nuova. È l'immagine di un'Italia vecchia e reazionaria, che non ama né i confronti né la concorrenza né le novità, affidata a conduttori che sono in televisione da una vita. Non sarebbe ora di portare un po’ di aria nuova?    
       La televisione condizionata da politica e pubblicità è diventata uno spettacolo penoso, specchio della nostra decadenza.

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