Tutti avranno notato che se in una rete televisiva c'è un
programma ritenuto importante, una partita di calcio o il festival di Sanremo,
tutte le altre rinunciano ad ogni tentativo di concorrenza e trasmettono
vecchissimi programmi, scoloriti dal tempo. Insomma, c'è una specie di
palinsesto unico, anzi di pensiero unico. Il che dimostra come le nostre
aziende non siano attrezzate a farsi una vera concorrenza. Sono abituate a
vivere o di monopoli o di accordi sotterranei. Ma sul libero mercato non osano
avventurarsi, timorose di affondare. Questo discorso vale in ogni campo, dalle
banche ai telefoni, dalle assicurazioni all'energia. Tutti fanno le stesse
cose, tutti hanno gli stessi prezzi. Nessuno ha mai un'idea o un'iniziativa
nuova. È l'immagine di un'Italia vecchia e reazionaria, che non ama né i
confronti né la concorrenza né le novità, affidata a conduttori che sono in
televisione da una vita. Non sarebbe ora di portare un po’ di aria nuova?
La televisione
condizionata da politica e pubblicità è diventata uno spettacolo penoso,
specchio della nostra decadenza.
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