Dio non è il
“totalmente altro” di cui parla certa teologia, ma il totalmente sé. Non nel
senso che è se stesso, ma nel senso che è il sé di tutti, ciò per cui ognuno
può sentire e pensare: “Io sono, io sono me stesso”. È il principio
dell’io-sono, dell’identità e quindi della coscienza.
E chi presenta
Dio come “altro da sé”, è in realtà il principale responsabile dell’incapacità
dell’uomo di raggiungere Dio, rispetto al quale crea una distanza incolmabile.
Se Dio fosse un
principio a sé, distinto da noi, sarebbe lui l’unico responsabile dei piaceri e
degli orrori di questo mondo. E, invece, ognuno di noi, in quanto capace di
dire “sé”, è corresponsabile.
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