Che le religioni si trovino meglio con i regimi
autoritari che con i regimi democratici è sotto gli occhi di tutti. Lo
riconosce anche Curzio Maltese nel “Contromano” del 30-1-2015. Non è un caso
che gli Stati islamici diano origine a società dove regna l’ingiustizia sociale
e dove gli individui hanno ben pochi diritti. Non è un caso che la Chiesa si
sia trovata suo agio e abbia stretto accordi con i grandi dittatori di questo
secolo: Mussolini, Hitler e Franco. Non è un caso che in Sudamerica le
gerarchie cattoliche siano convissute con i peggiori regimi fascisti e ne abbiano
coperto i crimini. Non è un caso che la Chiesa abbia aiutato, nel dopoguerra,
numerosi criminali nazisti a fuggire proprio in Sudamerica.
Le religioni non amano né la democrazia né la
giustizia sociale. E qui non c’è più distinzione tra cristianesimo, islam e
giudaismo.
È vero che ci sono organizzazioni religiose che
praticano la solidarietà. Ma le attuali religioni sono corresponsabili di un
mondo in cui “l’un per cento degli uomini dispone ormai delle stesse ricchezze
del rimanente 99 per cento.”
Se le nostre società fossero governate da
preti, rabbini o imam, saremmo più liberi o meno liberi, più giusti o più ingiusti?
E, allora, facciamo in modo che le religioni
restino confinate al privato e non riescano mai a impadronirsi delle leve del
potere politico.
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