sabato 17 gennaio 2015

Le violazioni del principio di laicità

Si parla sempre delle offese ad una fede, mai delle violazioni del principio di laicità.
Oggi l’Espresso pubblica un servizio in cui si parla del Rapporto 2014 sulla libertà di pensiero nel mondo, promosso dall’International humanist and ethical union. Qui si dice che l’assenza in Italia di una legge sulla libertà religiosa e di pensiero fa sì che da noi “si sia concretizzato un sistema pattizio e piramidale, con al vertice la Chiesa cattolica, che regola i rapporti tra Stato e confessioni religiose”. Cioè, è la Chiesa che detta le regole, non lo Stato.
Poiché la Chiesa fa quello che vuole, in Italia si verificano pesanti violazioni del principio di laicità: dai finanziamenti pubblici alle scuole cattoliche all’insegnamento della religione nelle scuole statali, dalle esenzioni fiscali ai finanziamenti al Vaticano per 6 miliardi di euro l’anno.
Insomma, nel nostro paese, i discriminati sono gli atei e tutte le religioni che non piacciono alla Chiesa.

Caso unico in Europa, l’Italia è uno Stato confessionale, proprio come i regimi islamici. Non sono i laici che discriminano i preti, ma i preti che discriminano i laici.
Ne volete una prova? A Milano, il sindaco Pisapia è indagato per non aver cancellato le trascrizioni del matrimoni tra omosessuali.
Da dove vengono questi attacchi, se non da parte clericale?

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