Per molto tempo il buddhismo non fu considerato
una religione. Perché? Perché non credeva a Dio. Non credeva che inchinandosi e
pregando un Dio si ottenesse qualcosa, che si potesse cambiare la condizione
umana.
Il buddhismo nacque in effetti con l’intenzione
di eliminare la sofferenza. E individuò la soluzione non in qualche fantastico
intervento divino, non nel credere, non nella devozione - ma nel conoscere, nel
vedere e nel comprendere personalmente. Ognuno
doveva essere “rifugio per se stesso” e non illudersi che qualcun altro gli risolvesse
i problemi. Ognuno doveva svolgere un proprio lavoro individuale per uscire
dall’ignoranza generale, per liberarsi dalla catene che incatenano tutti, per
estinguere il desiderio, l’avversione e l’illusione.
Lo stesso Buddha dichiarò di essere un uomo,
che agiva per conto dell’umanità, e non perché inviato da qualche Dio.
Ma la maggior parte degli esseri umani non
riesce ad uscire dalla logica delle religioni teiste e quindi guarda perplessa
il buddhismo Come può esserci una religione senza Iddii? Una religione che si
affida solo alla forza della coscienza?
Ma il punto su cui tutti dovrebbero riflettere
è proprio questo. Qual è lo specifico della religione? L’adorazione degli dei o
lo sviluppo della consapevolezza?
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