Ai nostri figli,
invece di insegnare religioni infondate, dovremmo insegnare a riconoscere e a
gestire i sentimenti, le emozioni ed i pensieri.
Per esempio, in una
scuola canadese, si è disegnato un cartellone con un vulcano.
In alto, è rosso
perché erutta lava e lapilli – e corrisponde ai momenti di rabbia, di irritazione,
di aggressività e di agitazione.
A metà c’è una
zona verde e riposante, che corrisponde ai sentimenti e agli stati di calma.
In basso c’è una
zona glaciale, che corrisponde al’indifferenza, al disinteresse e alla noia.
Il bambino deve
individuare la sua zona dal sentimento che prova, e poi deve riuscire a
correggere gli stati d’animo negativi utilizzando semplici esercizi di
respirazione o di meditazione. Per esempio, immagina il suo “giardino segreto”,
dove si sente a suo agio, tranquillo e protetto.
Di questi
insegnamenti abbiamo bisogno: abbiamo bisogno di bambini consapevoli e capaci
di gestire le proprie emozioni, non di individui inconsapevoli, repressi e
sottomessi che non sanno chi sono, che non riconoscono le proprie emozioni, che
agiscono come marionette mosse da altri.
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