domenica 4 gennaio 2015

La disumanizzazione delle religioni

Di questo argomento non si parla quasi mai, se non riferito alle altre religioni, per esempio all’Islam. Ma anche da noi non si scherza.
Vi ricordate il caso di Emanuela Englaro, con i preti che organizzavano cortei per prolungarne le sofferenze? Che cosa è cambiato da allora? Niente. I nostri mediocri politici si occupano di altro, soprattutto delle proprie prebende, e non prenderebbero mai un’iniziativa che possa dispiacere alla Chiesa.
Eppure, tutti i giorni qualcuno si spara, si impicca o si butta dalla finestra per uscire da qualche dolore devastante, fisico o mentale. E i nostri pii religiosi che cosa fanno? Niente. Magari fanno un po’ di carità, ma una legge per l’eutanasia – mai. Non per cattiveria, non perché vogliano far soffrire la gente (o forse sì?), ma perché ragionano in termini dogmatici.
Qualcuno ha stabilito che la vita vada difesa ad ogni costo, e da quel momento basta! Così, persone che si ritengono buone e inoffensive finiscono per essere disumane.
La disumanizzazione determinata dalle credenze religiose, spesso irrazionali, non riguarda solo il fine-vita, ma anche il divorzio, l’aborto, il celibato dei preti, l’omosessualità, gli anticoncezionali, la fecondazione eterologa e così via. In questi casi non si ragiona con il buon senso, con una mente equilibrata, con pragmatismo, con compassione umana, ma in base a principi, a dogmi, a stereotipi, a valori “irrinunciabili”. Eppure, proprio in questa irrinunciabilità sta la disumanizzazione operata dalle ideologie, religiose e laiche.
Il Papa parla delle malattie spirituali degli uomini di Chiesa. Ma la prima di queste malattie è il dogmatismo.

Chi formula norme astratte senza tener conto della realtà di tutti i giorni, non può che disumanizzarsi.

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