martedì 6 gennaio 2015

La modernità del buddhismo

Mentre le religioni tradizionali appaiono sempre più vecchie e stantie, con la loro esaltazione di una fede irrazionale e priva di fondamenti logici, solo una religione appare sempre più moderna: il buddhismo. Abbiamo già accennato all’importanza che il buddhismo attribuisce al potere della coscienza, tanto da farlo entrare in sintonia con la fisica quantistica. Ora parliamo del concetto di interdipendenza, che si presenta quanto mai utile in un momento storico in cui tutti ci sentiamo interconnessi grazie ai computer che ci riuniscono in una grande Rete.
Ebbene il Buddha, esprimeva questi concetti già 2500 anni fa, cinquecento prima del cristianesimo e mille prima dell’islam – religioni che appaiono, al contrario decrepite, barbariche, antiscientifiche. Devi aver fede in quel Dio e in quel Messia - e devi testimoniarlo. Ma come puoi testimoniare qualcosa di cui non puoi fare esperienza?
Essere interdipendenti significa riconoscere che ognuno di noi esiste perché è in rapporto con gli altri. Anzi, senza gli altri, non potremmo proprio esistere. Qui non c’è bisogno di fede: basta osservare.
Nessuno di noi nasce da solo, né può sopravvivere da solo. Prima devono esserci dei genitori che lo allevano e poi devono esserci innumerevoli persone che lo sostentano. Pensiamo semplicemente che tutti gli oggetti di cui disponiamo nascono dal lavoro altrui: di chi fabbrica, di chi li trasporta, di chi li commercializza, di chi li vende, ecc. Il singolo non saprebbe fare niente o quasi niente da solo.
Siamo dunque i prodotti di una gigantesca rete di relazioni, senza la quale non esisteremmo neppure. Nessuno esiste da solo, nessuno è un io indipendente. Quando ci crediamo esseri separati dagli altri e dall’universo, compiamo un errore macroscopico, siamo vittime di ciò che Albert Einstein definiva “l’illusione ottica della coscienza.”
Solo l’introspezione, cioè la conoscenza diretta rivolta alle nostre profondità, può farci capire queste verità. Non c’è bisogno di nessuna fede e di nessun Messia, non c’è bisogno di credere senza verificare di persona. Anzi, il Buddha, in un celebre discorso ai Kalama, pronunciò il seguente discorso che nessun altro profeta, né Gesù né Maometto,si sarebbe nemmeno sognato:
“È giusto, o Kalama, che abbiate dubbi e perplessità, perché i dubbi sorgono in relazioni a questioni incerte. Cercate di non farvi guidare dai racconti, dalle tradizioni o dalle dicerie. Non fatevi guidare dall’autorità dei testi religiosi, né solo dalla logica o dalla deduzione, né dalle apparenze, né dal fascino delle opinioni speculative, né dalle possibilità  non provate, né dai vostri maestri. Invece, quando capite da soli che certe cose sono poco sane, sbagliate o cattive, allora abbandonatele… E quando capite che certe cose sono sane e buone, allora accettatele e seguitele!”
Insomma, tutto il contrario delle religioni fideistiche, che producono fanatismo e intolleranza. Siamo addirittura al metodo sperimentale.
D’altronde, leggete che cosa disse il più grande scienziato dei tempi moderni, Albert Einstein, che pure era ebreo di nascita:

La religione del futuro dovrà essere una religione cosmica, che trascenda il Dio personale ed eviti dogmi e teologie. Dovrà abbracciare la sfera naturale e quella spirituale, basandosi su un senso religioso che nasca dal sentire tutte le cose naturali e spirituali come un’unità carica di senso. il buddhismo corrisponde a questa descrizione. (…) Se esiste una religione in grado di far fronte alle esigenze della scienza moderna, quella è il buddhismo.

1 commento:

  1. sssssssssssssssssssshhhh!!!!!!!!!
    che non si sappia in giro....... i "fuochi purificatori" ci sono ancora!!!

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