Mentre
le religioni tradizionali appaiono sempre più vecchie e stantie, con la loro
esaltazione di una fede irrazionale e priva di fondamenti logici, solo una religione
appare sempre più moderna: il buddhismo. Abbiamo già accennato all’importanza
che il buddhismo attribuisce al potere della coscienza, tanto da farlo entrare
in sintonia con la fisica quantistica. Ora parliamo del concetto di
interdipendenza, che si presenta quanto mai utile in un momento storico in cui
tutti ci sentiamo interconnessi grazie ai computer che ci riuniscono in una
grande Rete.
Ebbene
il Buddha, esprimeva questi concetti già 2500 anni fa, cinquecento prima del
cristianesimo e mille prima dell’islam – religioni che appaiono, al contrario
decrepite, barbariche, antiscientifiche. Devi aver fede in quel Dio e in quel
Messia - e devi testimoniarlo. Ma come puoi testimoniare qualcosa di cui non
puoi fare esperienza?
Essere
interdipendenti significa riconoscere che ognuno di noi esiste perché è in
rapporto con gli altri. Anzi, senza gli altri, non potremmo proprio esistere.
Qui non c’è bisogno di fede: basta osservare.
Nessuno
di noi nasce da solo, né può sopravvivere da solo. Prima devono esserci dei
genitori che lo allevano e poi devono esserci innumerevoli persone che lo
sostentano. Pensiamo semplicemente che tutti gli oggetti di cui disponiamo
nascono dal lavoro altrui: di chi fabbrica, di chi li trasporta, di chi li
commercializza, di chi li vende, ecc. Il singolo non saprebbe fare niente o
quasi niente da solo.
Siamo
dunque i prodotti di una gigantesca rete di relazioni, senza la quale non
esisteremmo neppure. Nessuno esiste da solo, nessuno è un io indipendente.
Quando ci crediamo esseri separati dagli altri e dall’universo, compiamo un
errore macroscopico, siamo vittime di ciò che Albert Einstein definiva
“l’illusione ottica della coscienza.”
Solo
l’introspezione, cioè la conoscenza diretta rivolta alle nostre profondità, può
farci capire queste verità. Non c’è bisogno di nessuna fede e di nessun Messia,
non c’è bisogno di credere senza verificare di persona. Anzi, il Buddha, in un
celebre discorso ai Kalama, pronunciò il seguente discorso che nessun altro
profeta, né Gesù né Maometto,si sarebbe nemmeno sognato:
“È giusto, o Kalama, che abbiate dubbi e
perplessità, perché i dubbi sorgono in relazioni a questioni incerte. Cercate
di non farvi guidare dai racconti, dalle tradizioni o dalle dicerie. Non fatevi
guidare dall’autorità dei testi religiosi, né solo dalla logica o dalla
deduzione, né dalle apparenze, né dal fascino delle opinioni speculative, né dalle
possibilità non provate, né dai vostri
maestri. Invece, quando capite da soli che certe cose sono poco sane, sbagliate
o cattive, allora abbandonatele… E quando capite che certe cose sono sane e
buone, allora accettatele e seguitele!”
Insomma,
tutto il contrario delle religioni fideistiche, che producono fanatismo e
intolleranza. Siamo addirittura al metodo sperimentale.
D’altronde,
leggete che cosa disse il più grande scienziato dei tempi moderni, Albert
Einstein, che pure era ebreo di nascita:
“La religione del futuro dovrà essere una religione
cosmica, che trascenda il Dio personale ed eviti dogmi e teologie. Dovrà
abbracciare la sfera naturale e quella spirituale, basandosi su un senso
religioso che nasca dal sentire tutte le cose naturali e spirituali come
un’unità carica di senso. il buddhismo corrisponde a questa descrizione. (…) Se
esiste una religione in grado di far fronte alle esigenze della scienza
moderna, quella è il buddhismo.“
sssssssssssssssssssshhhh!!!!!!!!!
RispondiEliminache non si sappia in giro....... i "fuochi purificatori" ci sono ancora!!!