Se
vogliamo sfuggire alla morte, dobbiamo trovare ciò che non nasce e non muore.
Ciò
che non nasce e non muore è la natura innata della consapevolezza, la chiara
luce, la coscienza che non ha né principio né fine.
Per
trovarla, dobbiamo prima rilassarci e acquietarci, poi guardare dentro di noi e
infine focalizzarci sulla coscienza stessa.
Se
non troveremo durante la nostra vita questa chiara luce, che non nasce e non
muore, la incontreremo ancora al momento della morte fisica. Prima muore il
corpo, poi muore la mente. Quindi appare la chiara luce. A questo punto, se
saremo preparati, se avremo acquisito familiarità con la natura non nata della
coscienza, entreremo in essa. Altrimenti, non capiremo nulla, ci sentiremo
smarriti e spaventati – e il ciclo dovrà ricominciare.
Diceva Eraclito: “Agli uomini tocca dopo la morte qualcosa che né si aspettavano né si immaginavano”.
Diceva Eraclito: “Agli uomini tocca dopo la morte qualcosa che né si aspettavano né si immaginavano”.
Ma
tutto parte ora: dal desiderio e dall’intenzione di acquisire la consapevolezza
fondamentale, e dall’addestramento che incominceremo a praticare da questo
istante in poi.
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