giovedì 4 dicembre 2014

Roma mafiosa

Proviamo vergogna di essere italiani quando avvengono fatti di corruzione come quello smascherato in questi giorni a Roma, dove si è scoperta una cricca di delinquenti, guidata da un ex terrorista nero, che trovava il modo, con la collaborazione di politici, di amministratori di aziende pubbliche, di poliziotti corrotti e di pubblici ufficiali, di pilotare gli appalti ed altri sporchi affari. Ciò che colpisce è la pervasività della corruzione e di apparati più o meno mafiosi. In Italia le mafie non mancano mai: oltre a quelle tradizionali, ci sono anche quelle autoctone.
Simili scene, di incriminazione e di arresti, si verificano ormai con regolarità, in tutte le regioni, tanto che c’è da chiedersi se non ci sia qualcosa di sbagliato nel Dna di parecchi italioti.
Nonostante il gran numero di preti, di insegnanti di religioni e di messaggi papali, la corruzione italiana è sempre più un pozzo senza fondo.
Per fortuna, ci sono anche gli eroi, quei coraggiosi che non si fanno corrompere e spesso perdono la vita. È stato appena trasmesso un film in cui si ricordano le vicende tragiche di Giorgio Ambrosoli, l’avvocato liquidatore della banca di Sindona che non si fece piegare e pagò con la vita la sua dirittura morale. Ce ne sono pochi, ma ci sono.
Però anche qui colpisce la diffusione e la potenza dei corrotti, sempre circondati da politici, poliziotti e giudici venduti, mafiosi e monsignori; e la pochezza di mezzi degli onesti, spesso abbandonati da tutti e consapevoli di dover morire.

È un’Italia eterna, che non cambia mai. Purtroppo, abbiamo bisogno di eroi.

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