Papa Francesco ogni tanto denuncia le persecuzioni di cui
sono vittime i cristiani in vari paesi. Ma le persecuzioni religiose sono
proprio il prodotto delle società religiose. Secondo il rapporto di "Freedom of
Thought 2014"dell'International Humanist and Ethical
Union, un’organizzazione che riunisce una
quarantina di associazioni laiche, umaniste e razionaliste, sono tanti i paesi in cui non c’è né libertà
religiosa né libertà di coscienza, e in cui esistono leggi non solo contro chi
cambia religione (apostasia) ma anche contro chi non crede. Insomma, si può
essere mandati al patibolo anche se si è atei.
L’Arabia Saudita ha equiparato l’ateismo
al terrorismo. In Malesia il primo ministro ha dichiarato che “l’umanesimo, il
laicismo e il liberalismo” sono “devianti” e una minaccia per l’Islam e lo
Stato. E in Egitto è in atto “una rappresaglia organizzata contro i giovani
atei” e una campagna di sensibilizzazione contro “i rischi dell’ateismo”.
Ma tutto ciò non succede solo nei
paesi islamici. Per esempio, in otto Stati degli Usa, non si può essere eletti
ad una carica pubblica se non si crede in Dio. In Arkansas gli atei non hanno nemmeno
il diritto di testimoniare in tribunale.
E in Italia? Il rapporto mette in
evidenza i numerosi privilegi (soprattutto fiscali) accordati alle istituzioni
cattoliche e come in molte scuole gli insegnanti “tendano a dissuadere gli studenti
dal non frequentare l’ora di religione”. L’Italia è maestra in questa opera di
indottrinamento: da noi si sente più parlare il Papa che il Capo dello Stato.
Nonostante i principi sulla libertà religiosa e di coscienza, sanciti
anche dall'articolo 18 della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo,
nei paesi in cui esiste una religione di Stato (come di fatto esiste in Italia)
vi sono persecuzioni o pressioni contro le altre religioni e contro chi non
crede o è un libero pensatore.
Quando ci convinceremo
che uno Stato deve essere laico e che deve prendere la distanza da qualsiasi
religione e fede?
Come è scritto
nel rapporto, il 2014 è stato segnato "da un aumento di casi di pubblici ufficiali
e leader politici che si scagliano contro persone non religiose semplicemente
perché sono tali, e in una maniera associata a quell'incitamento all'odio e a
quelle persecuzioni sociali normalmente riservate alle minoranze etniche o
religiose".
Non esiste un
religione liberale, non esiste una religione tollerante. Ogni religione odia
non solo le altre religioni, ma anche chiunque pensi con la propria testa.
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