Chi ha una certa religione,
chi segue un’etica precostituita, chi ha determinati principi, con comandamenti
e divieti, crede che chi non ha quelle leggi non possa essere una buona
persona, Ma la verità è che, in ogni tempo e in ogni cultura, e anche in chi si
dichiara ateo o non credente, esistono persone buone, sincere e probe,
Anzi, spesso, chi segue una
religione, con dogmi predefiniti, risulta alla fine più cattivo di un altro che
non li segue o che ne ha altri. I farisei e i sacerdoti che condannarono Gesù
avevano un gran numero di leggi morali, in base alla quali il nazareno
risultava un pericoloso ribelle.
Non c’è bisogno di avere
un’etica predefinita per comportarsi bene. Chi segue la propria natura, chi
guarda dentro di sé, chi non si fa ingabbiare dai concetti e dalle tradizioni,
ha già un criterio per agire bene.
Non c’è quindi bisogno di
stilare elenchi di principi morali, di cose permesse o proibite; non c’è
bisogno di discettare di bene e di male, di inquadrare ogni comportamento, per
avere la certezza di che cosa sia buono o cattivo. Non c’è bisogno di adeguarsi
con sforzi ad un’etica precostituita. L’unica cosa di cui c’è bisogno è
guardare dentro di sé ed essere consapevoli.
Chi invece ha bisogno di
avere una strada già tracciata e si attiene solo a quella, senza mai interrogarsi
sulla giustezza di ciò che fa, finisce per sbagliare molto più spesso. Infatti
applica rigidamente i suoi principi ad una realtà ben più complessa e sempre
mutevole.
Come esiste una filosofia perenne,
così esiste una saggezza perenne che è inscritta nel cuore di ciascuno. Bisogna
guardare allo spirito della legge, non alla sua lettera: lo aveva già detto proprio Gesù. Ma, nella civiltà che si dice cristiana, siamo ancora ai dogmi.
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