martedì 2 dicembre 2014

La legge morale: lo spirito e la legge

Chi ha una certa religione, chi segue un’etica precostituita, chi ha determinati principi, con comandamenti e divieti, crede che chi non ha quelle leggi non possa essere una buona persona, Ma la verità è che, in ogni tempo e in ogni cultura, e anche in chi si dichiara ateo o non credente, esistono persone buone, sincere e probe,
Anzi, spesso, chi segue una religione, con dogmi predefiniti, risulta alla fine più cattivo di un altro che non li segue o che ne ha altri. I farisei e i sacerdoti che condannarono Gesù avevano un gran numero di leggi morali, in base alla quali il nazareno risultava un pericoloso ribelle.
Non c’è bisogno di avere un’etica predefinita per comportarsi bene. Chi segue la propria natura, chi guarda dentro di sé, chi non si fa ingabbiare dai concetti e dalle tradizioni, ha già un criterio per agire bene.
Non c’è quindi bisogno di stilare elenchi di principi morali, di cose permesse o proibite; non c’è bisogno di discettare di bene e di male, di inquadrare ogni comportamento, per avere la certezza di che cosa sia buono o cattivo. Non c’è bisogno di adeguarsi con sforzi ad un’etica precostituita. L’unica cosa di cui c’è bisogno è guardare dentro di sé ed essere consapevoli.
Chi invece ha bisogno di avere una strada già tracciata e si attiene solo a quella, senza mai interrogarsi sulla giustezza di ciò che fa, finisce per sbagliare molto più spesso. Infatti applica rigidamente i suoi principi ad una realtà ben più complessa e sempre mutevole.

Come esiste una filosofia perenne, così esiste una saggezza perenne che è inscritta nel cuore di ciascuno. Bisogna guardare allo spirito della legge, non alla sua lettera: lo aveva già detto proprio Gesù. Ma, nella civiltà che si dice cristiana, siamo ancora ai dogmi.

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