mercoledì 10 dicembre 2014

Le strategie di controllo

Come scrive il maestro zen californiano Ezra Bayda (in Cuore Zen, Ubaldini, 2008), tutti nella vita cerchiamo la sicurezza, la protezione e il benessere, che, purtroppo, sono minacciati. In ogni momento, infatti, qualche avvenimento può distruggere questo stato di cose e le nostre protezioni. Al fondo, quindi, noi nutriamo sempre una certa paura – paura di non riuscire a fronteggiare gli imprevisti.
Questo sentimento, più o meno inconscio, finisce per mettere in dubbio le nostre stesse capacità. Forse siamo inadeguati, forse non siamo all’altezza delle sfide della vita. Da qui nascono varie strategie di controllo.
La prima è sforzarsi e impegnarsi di più. Dobbiamo fare qualcosa, dobbiamo essere attivi, dobbiamo lottare. Inutile dire che questa strategia aumenta l’ansia.
La seconda è cercare l’approvazione. Cerchiamo di piacere a chi ci circonda, cerchiamo di integrarci e di conformarci alla società. Così facendo, pensiamo, non ci sentiremo più inadeguati. Ma anche qui dobbiamo sprecare energia e finiamo per aumentare lo stato di tensione. Oltretutto, veniamo a dipendere dal giudizio altrui e, per riscuotere l’approvazione sociale, perdiamo contatto con la nostra natura più profonda, con un aumento del senso di smarrimento e di angoscia.
La terza strategia è quella di evadere e di istupidirci, per esempio attraverso il cibo, l’alcool, le droghe, il gioco, le religioni o l’attivismo. Non appena avvertiamo una sensazione di disagio o di malessere, ci mettiamo a mangiare, a drogarci, a pregare o a fare qualcosa. Ma più dipendiamo da queste strategie, più ci giudichiamo male, ci vergogniamo e ci sentiamo frustrati e insicuri.
La meditazione ci insegna a non cercare di fuggire. Anziché adottare queste strategie di fuga, ci invita ad osservare e a percepire con chiarezza le paure di fondo. Provate ad avvertirle respirando con calma. Non vi dovete sforzare di più; non dovete essere qualcuno di speciale. Godetevi il puro essere, senza secondi fini. State seduti tranquilli.
Non evitate il disagio, non finite nell’autocommiserazione. Non accelerate i ritmi di vita, non mettetevi a fare mille cose. Non rafforzate il nucleo della paura inconscia. Non vi sottomettere all’approvazione altrui o al conformismo generale. Non vi drogate con sostanze o con ideologie. Comprendete le vostre caratteristiche psicologiche. Accettatevi così come siete. Non dovete e non potete essere qualcosa di diverso.

Rallentate, distendetevi, rilassatevi, state fermi mentalmente, respirate con calma. Ritrovate il nucleo soddisfatto e libero del vostro essere. Voi siete quel che siete, non dovete essere qualun altro. Per quel siete, siete già a posto.

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