L’idea di Pascal è che chi
crede in Dio, anche se si comporta male, si salva per l’eternità, mentre chi
non crede, anche se si comporta bene, è condannato per l’eternità – un’idea
terroristica della fede, un’idea che ci presenta un Dio più simile ad un
Capomafia che ad un Essere illuminato. Un Dio che vuole sudditi, schiavi,
esseri sottomessi, lacchè, non esseri liberi. Uno che giudica non in base al
comportamento, ma in base all’appartenenza.
Idea di fondo mutuata dagli
ebrei, con il loro “popolo eletto”. Roba da mafia o da massoneria.
Oltretutto, che fede
autentica è quella di chi scommette? Pascal credeva non certo per convenienza.
Aveva avuto un’esperienza mistica.
Credere per un calcolo
opportunistico è il contrario della fede.
La religione antica si
basava sull’esaltazione della fede, perché aveva bisogno di gente che si
fidasse senza porsi e porre domande. La fede moderna nasce dalla consapevolezza
- consapevolezza dell’unione del tutto, consapevolezza che porta a vedere i
limiti della mente, con i suoi calcoli e le sue furbizie, con i suoi Iddii di
cartapesta.
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