Spesso le nostre reazioni
sono tanto più irritate o rabbiose quanto più abbiamo una paura di fondo: la
paura di essere inadeguati, la paura di non valere niente. Se l’altro ci
insulta dicendoci: “Sei uno scemo!” non ci accorgiamo nemmeno che la nostra
prima reazione è di paura – paura che sia vero.
Dunque, più siamo insicuri,
più vogliamo cancellare questa sgradevole sensazione, più vogliamo nascondere
la paura profonda – più scattano ira, rabbia, collera. Lo scatto ci nasconde la
realtà.
E così non ci accorgiamo non
solo delle motivazioni profonde della nostra rabbia, ma anche delle motivazioni
profonde della rabbia dell’altro, che nasce a sua volta da una sofferenza
interiore, da una paura che non lui non vuole vedere.
Qual è la via d’uscita? Non
fuggire, non evitare, non mascherare, ma percepire ed accogliere fino in fondo
ciò che ci spaventa. Solo da questa presa di coscienza, nasce la possibilità di
una risposta diversa.
Ma ogni volta, per farlo, è
necessario interrompere un attimo la reazione automatica – magari respirando a
fondo tre volte – e domandarsi: “Qual è la mia sensazione di fondo? Di che cosa
ho paura?”
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