Portare
la mente ad uno stato di equanimità, da cui poter osservare le nascite e le
morti, l’infelicità e la gioia, i pensieri e le emozioni (nostre e altrui) che
vanno e vengono, il ciclo continuo dell’apparire e dello scomparire,
l’impermanenza di tutti gli esseri e di tutte le cose, la fine inevitabile dei
corpi e delle menti e l’onnipresenza della consapevolezza che è indipendente
dalla materia – ecco un buon punto di partenza per poter meditare e
incominciare a capire che senso abbia la nostra permanenza quaggiù.
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