La meditazione di
consapevolezza non può prescindere da una meditazione formale, eseguita sedendo
in silenzio.
Sedere silenziosamente
significa stare possibile stare seduti immobili e senza pensieri estranei.
In qualunque situazione, di
sofferenza o di gioia, sedere silenziosamente significa arrivare a vedere con
chiarezza ciò che succede e il suo riflesso sopra di noi. È importante,
infatti, non tanto analizzare, quanto “sentire” la situazione nel corpo fisico.
C’è una contrattura, c’è un peso nella testa, nel cuore, nello stomaco o
nell’intestino? C’è calore o freddo?
Chiedersi sempre “che cos’è
questo?”, che cos’è questa situazione a livello psico-somatico, come mi sento
in relazione a ciò che accade?
Se c’è gioia, l’espansione e
la felicità si estendono al corpo e alla mente.
Se c’è sofferenza, bisogna
sentire la stretta sugli organi, sul respiro o sul cuore – e cercare di
allentarla.
Chiarezza e distensione
psico-fisica: ecco il modo di rispondere in meditazione agli eventi positivi o
negativi della vita.
Lo scopo è coltivare la
consapevolezza, essere svegli, essere più presenti nella vita quotidiana ed
essere liberi dalle altalenanti reazioni emotive.
Questo ci predispone a fare
un salto di qualità.
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