Gesù predicava l’amore, ma
non ha mai spiegato come si fa ad amare - o anche solo a non odiare - chi non
ci è simpatico o chi ci è indifferente.
Ci aveva pensato il Buddha,
qualche secolo prima. I suoi esercizi di metta
(benevolenza) sono semplici. Prima pensate a qualcuno che vi è caro e
augurategli ogni gioia e felicità. “Che tu sia felice, che tu sia in salute,
che tu possa realizzare ciò che vuoi, ecc.” Facile.
Poi prendete qualcuno che
non vi è del tutto simpatico e fate lo stesso. Un po’ meno facile.
Infine augurate le stesse
cose a chi non vi piace affatto, magari a qualcuno che odiate. Molto difficile.
Queste meditazioni non
servono tanto a inviare qualcosa di benefico agli altri, quanto a eliminare da
voi stessi un po’ di veleno, un po’ di antipatia e di rivalità.
Detto questo, non cercate di
diventare tutti dei santi Francesco o degli ipocriti pretini. Cattivi lo siete
comunque. E un po’ di cattiveria, forse, allunga la vita.
Imparare ad amare è molto
difficile. E ci vuole anche un’analisi del profondo.
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