La
meditazione di Dio
Noi crediamo che la
meditazione abbia solo un’origine orientale; ed è vero che solo in Oriente essa
diventa pienamente consapevole e sviluppa precise tecniche.
Ma, se guardiamo bene,
inviti alla meditazione esistono anche in altre culture, fra cui quella
biblica. Roberto Benigni, nella sua trasmissione televisiva sui dieci
comandamenti, ha ricordato l’importanza del terzo – quello sul riposo del
sabato.
Qui è prima di tutto Dio stesso
che si riposa un giorno su sette e poi comanda a gli uomini di fare le stesso.
Ma riposarsi non significa smettere semplicemente di lavorare, andare a vedere
la partita o andare a messa. No, significa consegnarsi al non-fare.
Per sei giorni lavori, ma il
settimo smetti non solo di lavorare, ma anche di fare qualsiasi cosa. Per sei
giorni ti relazioni e ti connetti con gli altri, ma il settimo relazionati e
connettiti con te stesso. Per sei giorni parli, pensi, ricordi, progetti e
immagini, ma il settimo stai fermo e in silenzio – è il principio stesso della
meditazione.
Il silenzio è l’immobilità
sono essenziali perché bilanciano i loro opposti, perché ci permettono di
ritrovare la fonte profonda dell’energia e del senso, e perché, nella Bibbia, è
Dio stesso che dà l’esempio - prima e dopo aver fatto tanto, si è messo a
meditare in silenzio e senza far nulla, neppure pensare.
Dunque, tutti i momenti in
cui stai in silenzio sono quelli in cui più ti avvicini alle origini stesse
della trascendenza. E il silenzio non è solo quello esterno, ma anche quello
interno di una mente che non smette mai di chiacchierare e di frapporsi come un
filtro tra noi e la realtà.
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