Dobbiamo considerare l' amore come illusione non perché non esista o duri poco, ma prima perché noi non sappiamo chi siamo e poi perché non sappiamo chi sia l' altro. Siamo come fantasmi che interagiscono con altri fantasmi, così che, quando ci abbracciamo, siamo vuoto che stringe altro vuoto. Ci stringiamo alla disperata ricerca di qualcosa di concreto.
Comunque, sospesi in questo vuoto, abbarbicati su un albero sospeso sul baratro e inseguiti da belve feroci, siamo come quell' uomo di a un aneddoto Zen che stacca un frutto gustandone la dolcezza... per un po' dimentico di tutto.
Non so chi sei, non so chi sono... ma gustiamoci intanto il frutto
Come è buono!
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