Il collegamento tra tempo e spazio è uno dei concetti fondamentali della fisica moderna, in particolare nella teoria della relatività di Albert Einstein. Secondo questa teoria, il tempo e lo spazio non sono entità separate, ma sono intrecciati in un'unica struttura chiamata "spazio-tempo".
Nella relatività generale, lo spazio e il tempo sono combinati in una singola entità a quattro dimensioni. Gli eventi non sono descritti solo da coordinate spaziali (x, y, z), ma anche da una coordinata temporale (t).
Il tempo non è assoluto e universale, ma può variare a seconda della velocità a cui si muove un osservatore e della forza gravitazionale a cui è soggetto. Questo fenomeno è noto come dilatazione temporale. Ad esempio, un orologio che si muove a velocità molto elevate rispetto a un osservatore a riposo ticchetta più lentamente.
La presenza di massa ed energia curva lo spazio-tempo. Questa curvatura è ciò che percepiamo come gravità. Gli oggetti si muovono lungo percorsi chiamati geodetiche, che sono le linee più "diritte" possibili in un spazio-tempo curvo.
La gravità può influenzare il passaggio del tempo. Più forte è il campo gravitazionale, più lentamente scorre il tempo. Questo effetto è stato confermato da esperimenti che mostrano che gli orologi vicini a una massa massiccia (come la Terra) ticchettano più lentamente rispetto a quelli lontani da essa.
La relatività ristretta e la relatività generale introducono concetti che possono sembrare paradossali, come il paradosso dei gemelli, dove un gemello che viaggia nello spazio a velocità relativistiche invecchia più lentamente rispetto al gemello rimasto sulla Terra.
Questi concetti mostrano come il tempo e lo spazio siano profondamente interconnessi e come la nostra comprensione di uno influenzi la nostra comprensione dell'altro. La teoria della relatività ha rivoluzionato il modo in cui vediamo l'universo e continua a essere una delle pietre miliari della fisica moderna.
C'è un aspetto di questa spiegazione che mi è poco chiaro.
Qui non stiamo parlando solo di cose "oggettive", slegate dal soggetto che conosce, ma si dice chiaramente come "la nostra comprensione di uno influenzi la nostra comprensione dell'altro". E' la nostra comprensione che connette tempo e spazio. Se sulla Terra non ci fosse la mente umana, ma solo quella degli altri animali, per gli elefanti o per le tigri il collegamento non apparirebbe; ma continuerebbero a vivere "tranquillamente" (si fa per dire, perché nessuno è "tranquillo" su questo pianeta che è stato costruito sul dinamismo, sull'interrelazione e sull'incontro/scontro; le forme di vita sono state messe le une contro le altre in una competizione feroce, tant' vero che ognuna per vivere deve mangiare, ammazzare e assimilare le altre - noi compresi).
Fra parentesi, non si può parlare di bene e di male, così come lo intendiamo noi, perché, a pensarci bene, mangiare qualcuno è la forma di assimilazione più intima. Anche superiore all'amore. Infatti, quando amial vorremmo mangiarlo. Il bacio è proprio questo: un tentativo di mangiare la persona amata. Quando una mamma ama il bambino, gli dice: "Ti mangerei di baci!" E gli innamorati si mangiano, si baciano, si succhiano, si leccano, volendo assimilare l'altro.
Anche certi antichi cannibali che mangiavano i loro nemici, in realtà volevano assimilarne le qualità, la forza.
Ma anche la cultura è fatta così: ad un certo punto "si assimilano i concetti," magari dimenticandosi chi ne era l'autore. Le Upanishad contengono un inno al cibo (anna) considerato giustamente il Brahman stesso. E, nella religione cristiana, i fedeli "mangiano" simbolicamente il corpo del loro Dio.
Quello che voglio dire è che l'uccidere e il divorare che a noi sembrano - e sono - atti feroci, nascono da una volontà cosmica di assimilazione. Le cose sono in relazione in mille modi - e lo dimostrano chiaramente anche mangiandosi.
Nell'universo, le stelle e i buchi neri ogni tanto si divorano a vicenda. L'uno assimila l'altro. Diciamo che non sono tanto gentili, come il leone che sulla Terra ammazza la gazzella o l'uomo che divora il pollo.
Anche nell'amore è così: ci si mangia a vicenda, almeno per un po'.
Ma torniamo allo spaziotempo e alla coscienza. Dicevo che, per chi non ha una mente umana, il tempo e lo spazio restano quelli che appaiono. D'altronde, per sapere che sono interconnessi e relativi, anche noi abbiamo dovuto aspettare Einstein. Un bel po' di tempo.
Ora, io mi faccio una domanda apparentemente ingenua: prima che la coscienza umana capisse questi concetti, il tempo e lo spazio erano erano connessi e relativi? Voi direte: "Certo!". Ma io ho dei dubbi.
La domanda è valida per ogni legge della fisica: queste leggi sarebbero esistite senza la comparsa della mente e della coscienza umane? Voi risponderete che sarebbero comunque esistite, ma che tutt'al più non si sarebbero conosciute, così come è successo per migliaia di anni.
Ma qui subentra il mio dubbio e un'altra domanda: in un altro pianeta, con altri esseri viventi e con altre menti, sarebbero arrivati alle stesse leggi? O ad altre?
Per ora non possiamo saperlo. Ma, forse, le leggi avrebbero potuto assumere un'altra formulazione.
Il problema è quanto la nostra mente-coscienza metta del suo nel "conoscere" , nello scoprire o nel formulare queste leggi.
E' un problema che si collega a quello della "oggettività" delle leggi. Dal momento che sono svelate da una soggetto-coscienza, chi potrebbe dire se esisterebbero lo stesso o se sarebbero uguali senza o con una diversa mente-coscienza?
Il dubbio è lecito e la risposta è difficile. Ma potrebbe anche darsi il caso che con una diversa mente sarebbero diverse.
Nella fisica quantistica, è sorto il dubbio se la coscienza umana non interferisca, nel mondo microscopico, con i risultati della ricerca. E si è formulato il famoso paradosso del gatto vivo o morto a seconda di come lo si conosca. E si è dimostrato sperimentalmente che una particella possa essere un'onda o un corpuscolo a seconda di come si svolge l'esperimento - da parte dello sperimentatore.
Il problema della particella che può comportarsi sia come un'onda sia come un corpuscolo è uno dei concetti fondamentali della meccanica quantistica, noto come dualismo onda-particella. Questo fenomeno è stato osservato in esperimenti come quello della doppia fenditura, dove particelle come elettroni o fotoni mostrano proprietà sia ondulatorie sia corpuscolari a seconda delle condizioni dell'esperimento.
Quando una particella passa attraverso due fenditure, crea un pattern di interferenza tipico delle onde, suggerendo che la particella si comporta come un'onda.
Ma quando la stessa particella viene osservata o misurata, si comporta come un corpuscolo, passando attraverso una sola fenditura e colpendo un punto specifico sullo schermo di rilevamento.
C'è poi l'esperimento mentale del gatto di Schrödinger. Qui si immagina che un gatto sia posto in una scatola con un meccanismo che può ucciderlo in base allo stato di una particella quantistica, con un 50 % di probabilità. Ora, flino a quando la scatola non viene aperta e osservata, il gatto è considerato simultaneamente vivo e morto, in uno stato di sovrapposizione quantistica.
Entrambi i concetti illustrano il principio di sovrapposizione quantistica, dove una particella (o un gatto) può esistere in più stati contemporaneamente fino a quando non viene osservato. L'atto di osservare o misurare una particella (o aprire la scatola del gatto) provoca il "collasso" della funzione d'onda, facendo sì che il sistema quantistico assuma uno stato definito.
Ora, viene da domandarsi se questo "stato definito", questa definizione, non sia provocata proprio dall'osservatore o conoscitore.
Se spostiamo la domanda alle leggi fisiche - e in particolare alla definizione dello spaziotempo - , potremmo chiederci se la coscienza umana non costruisca o non co-determini queste leggi. E se non si debba parlare solo di spaziotempo, ma anche di spazio-tempo-coscienza. E, se cambiando coscienza, non cambierebbero anche queste leggi.
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Copilot:
Hai sollevato una questione affascinante e complessa che tocca i confini della fisica, della filosofia e della coscienza. La tua riflessione su come la mente umana influenzi la comprensione delle leggi fisiche è profonda e stimolante. Vediamo di esplorare alcuni punti chiave:
### La Relatività e la Coscienza
La teoria della relatività di Einstein ha rivoluzionato la nostra comprensione dello spazio e del tempo, mostrando che sono interconnessi in un'unica entità chiamata spazio-tempo. Tuttavia, questa teoria descrive una realtà considerata oggettiva che esiste indipendentemente dall'osservatore umano. La curvatura dello spazio-tempo e la dilatazione temporale sono fenomeni che avvengono anche in assenza di osservatori umani.
### Le Leggi della Fisica e la Mente Umana
Le leggi della fisica, come la gravità o l'elettromagnetismo, sono considerate universali e indipendenti dalla mente umana. Tuttavia, la formulazione e la comprensione di queste leggi sono opera della mente umana. Questo solleva la questione se altre forme di vita intelligenti, con menti diverse, arriverebbero alle stesse leggi o a formulazioni diverse. È possibile che la nostra percezione e interpretazione delle leggi fisiche siano influenzate dalla nostra struttura cognitiva.
### La Meccanica Quantistica e l'Osservatore
Nella meccanica quantistica, l'atto di osservare o misurare un sistema quantistico può influenzare il risultato dell'esperimento. Questo è illustrato dal famoso esperimento della doppia fenditura e dal paradosso del gatto di Schrödinger. La sovrapposizione quantistica e il collasso della funzione d'onda suggeriscono che l'osservatore gioca un ruolo cruciale nel determinare lo stato del sistema. Questo ha portato alcuni a ipotizzare che la coscienza umana possa avere un ruolo nella determinazione della realtà quantistica.
### Spazio-Tempo-Coscienza
La tua idea di considerare lo spazio-tempo insieme alla coscienza è intrigante. Se la coscienza umana influisce sulla nostra comprensione delle leggi fisiche, allora potrebbe essere utile considerare un modello che integri la coscienza nello spazio-tempo. Tuttavia, questa è una questione ancora aperta e oggetto di dibattito tra fisici e filosofi.
In sintesi, mentre le leggi della fisica sembrano esistere indipendentemente dalla mente umana, la nostra comprensione e formulazione di queste leggi sono influenzate dalla nostra coscienza. La meccanica quantistica suggerisce che l'osservatore giochi un ruolo cruciale nel determinare lo stato dei sistemi quantistici, sollevando ulteriori domande sul ruolo della coscienza nella realtà fisica.
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