di
Salvo Privitera
Pubblico questo articolo perché parla di alcune forme di vita primitive che potrebbero essere simili a membrane, e in effetti anche io ipotizzavo che l' interfaccia materia/mente potrebbe essere simile ad una membrana, forma di vita elementare che potrebbe ancora essere presente in noi come struttura basilare.
24/12/2024, ore 08:35
Abbiamo sempre dato per scontato che la vita necessiti di un pianeta per prosperare, ma due scienziati, Robin Wordsworth di Harvard e Charles Cockell dell’Università di Edimburgo, stanno sfidando questa convinzione.
Secondo il loro studio pubblicato su Astrobiology, forme di vita potrebbero sopravvivere nello spazio senza bisogno di un pianeta, creando ecosistemi autosufficienti in grado di sostenere le condizioni vitali.
Tradizionalmente, si ritiene che la vita abbia bisogno di acqua liquida, temperature stabili e protezione dalle radiazioni. Ma i ricercatori ipotizzano che strutture biologiche, simili a membrane o involucri, potrebbero replicare queste condizioni. Queste barriere, generate da organismi stessi, potrebbero lasciare entrare luce per la fotosintesi, bloccare i raggi UV e mantenere temperature e pressioni adeguate anche nel vuoto cosmico.
Le analisi dimostrano che pressioni interne di circa 10 kPa, necessarie per mantenere l'acqua in stato liquido, sono già sostenibili da organismi terrestri. Ad esempio, alcune alghe marine e batteri riescono a gestire pressioni simili. Inoltre, materiali biologici complessi, come quelli prodotti dai diatomei o dalle alghe, potrebbero fungere da isolanti per mantenere la temperatura e prevenire la dispersione di sostanze volatili nello spazio.
L’energia solare potrebbe alimentare queste micro-comunità, persino in zone del Sistema Solare dove la luce è debole, come accade per alcune alghe polari sulla Terra. Tuttavia, un ciclo chiuso di nutrienti e la gestione di rifiuti organici rimangono sfide da affrontare.
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