mercoledì 29 maggio 2019

Tenere gli occhi aperti


La prima cosa che impariamo in meditazione è che, quando siamo presi dalle preoccupazioni, non possiamo essere presenti – un fiume di pensieri ci separa dall’attimo e dal luogo in cui ci troviamo. La mente vaga e noi siamo altrove.
Ma, a guardar bene, questo avviene quasi sempre. I maestri zen per esempio vi mostrano un oggetto e vi domandano: “Che cos’è questo?” Oppure producono un suono e vi domandano: “Lo sentite questo?”
A noi sembrano domande stupide. Ma non è così.
In un primo attimo forse vediamo o ascoltiamo l’esperienza così com’è. Ma l’attimo successivo la interpretiamo. E quindi la perdiamo. Vediamo o ascoltiamo qualcosa di artefatto. Non siamo mai veramente presenti. È molto difficile esserlo.
Ma il primo passo lo abbiamo compiuto: siamo diventati consapevoli del problema. E abbiamo capito che cosa si vuole da noi – un’attenzione priva di valutazioni, di preconcetti e di interpretazioni.
No, non è facile meditare. Però possiamo mantenerci il più possibile attenti, svegli e presenti, e capire quando non lo siamo. Non solo in meditazione, ma in ogni circostanza della vita.
Forse non diventeremo degli illuminati, ma terremo gli occhi aperti e faremo entrare più luce e comprensione.

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