Va bene fare meditazione dieci minuti o mezz'ora al giorno. Ma il
resto della giornata? Se nel resto della giornata continuiamo a battagliare, a
chiacchierare, ad aggredire e a reagire nei soliti modi, quella mezz'ora serve
a ben poco. Se gli effetti della meditazione non penetrano nel resto della
giornata, non si andrà molto lontano. Bisogna invece a poco a poco modificare
la propria esistenza e i rapporti con se stessi e con il mondo. Il che non
significa contemplare tutto il giorno il proprio ombelico, ma sviluppare la consapevolezza
di ciò che avviene in noi, delle nostre reazioni, dei nostri schemi mentali e adottare
il più possibile i valori della meditazione - che sono la quiete interiore, la
calma e la chiarezza mentale.
Al di là della pratica
formale, la vera meditazione è lasciar cadere le chiacchiere interiori, è
adottare la consapevolezza silenziosa del momento presente e permanere
nell'equilibrio e nella chiarezza mentale. Il termine
"illuminazione", al di là delle rappresentazioni mitologiche e delle
tecniche particolari, significa vedere con chiarezza noi stessi e il mondo. E
non si può vedere con chiarezza se non si sta in silenzio.
La gente parla per
esprimersi e continua a farlo anche dentro se stessa, dividendosi,
frammentandosi e confondendosi. Ora, proviamo a stare in silenzio per osservare
tutto ciò, per comprendere.
Certo, è
difficile parlare di meditazione a chi pensa che la religione si riduca a
esibire crocefissi e rosari, a frequentare chiese e invocare protettori
celesti. Si tratta di gente alienata che non sa niente di sé, che non vede se
stessa, che non è consapevole. Per loro tutto è esteriore. Non hanno
spiritualità.
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