Sarebbe comodo
avere un manuale di istruzioni che ci dicesse che cosa fare e non fare nei vari
casi della vita; sarebbe comodo avere un decalogo di comandamenti o di divieti,
magari attribuito a qualche Dio. Sarebbe comodo, ma l’esistenza è fluida e non
è così che si risponde ai suoi problemi.
Aborto,
eutanasia, guerra, non uccidere... non è possibile prendere una posizione
definitiva, non c'è una risposta univoca. La semplificazione del dogma
religioso non risolve nulla e ti scarica apparentemente la coscienza, cioè ti
rende irresponsabile. Se fossi e una donna e venissi violentata, sarebbe giusto
che fossi costretta ad avere quel bambino? Se avessi un parente che sta
agonizzando per qualche malattia fisica o mentale, sarebbe giusto non aiutarlo
a liberarsi da quella sofferenza? Siamo tutti contrari alla guerra, ma se il nostro paese venisse assalito da un nemico esterno, sarebbe giusto assecondarlo e
arrendersi senza combattere? Le circostanze sono le più varie e non è possibile
avere una soluzione prefabbricata per tutte. Sarebbe giusto non rubare, ma se non abbiamo i soldi? E perché il negoziante o il farmacista possono mettere i prezzi che vogliono, e noi no? In alcuni casi sarebbe giusto
così, in altri sarebbe giusto il contrario. Ci vuole coraggio a vivere e
bisogna assumersi le proprie responsabilità. In certe circostanze non ci
aiuteranno né Gesù né Buddha: dobbiamo vedercela soli.
Seguire i
dogmi di qualche religione significa in realtà scaricarsi la coscienza. È come
il nazista che diceva: "Ho solo eseguito gli ordini!" Ma tu sei in
grado di ragionare con la tua testa, sei in grado di distinguere il giusto
dallo sbagliato? Questa è l'etica della responsabilità. Finora, obbedendo agli
dei, abbiamo seguito l'etica dell'irresponsabilità.
Non sopprimere
la vita degli animali, giusto. Ma che cosa fare con una belva che ti aggredisce
o con la zanzara che ti punge? E poi chi l'ha detto che la vita di un animale
sia più preziosa di quella di un carciofo? Perché non mangiare carne se poi
dobbiamo uccidere comunque la vita di esseri vegetali? Domandate al carciofo se
è più importante la vita di un vegetale o quella di un cucciolo animale: io so
che cosa vi risponderà.
E poi, in
questo bailamme, come mai il Dio che ingiunge di non uccidere, crea una vita in
cui, per mangiare, è necessario uccidere altri esseri viventi, animali o
vegetali che siano?
No, non
saranno mai i decaloghi a salvarci; tutt'al più ci aiuteranno a non pensare -
il che è grave.
Dobbiamo
invece pensare, riflettere, meditare e, alla fine, decidere e assumerci la
responsabilità. Caso per caso. La vita non è un libro scritto.
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