Cambiano i governi, cambiano i partiti,
ma l’Italia è sempre agli ultimi posti in Europa per sviluppo. Come mai? È per
la mancanza di senso civico e nazionale, è per il mettere sempre l’interesse di
parte e individuale su quello generale.
Anche se adesso
esistono i partiti “sovranisti,” il meccanismo è tale per cui, più che pensare
al bene del paese, si continua a pensare al bene del partito. Ed ecco
provvedimenti e leggi che sembrano favorire i cittadini, ma che sono concepiti
per farsi rieleggere. È da decenni che si va avanti così.
L’italiano,
tranne rare eccezioni, è sempre legato al proprio “particulare”, al proprio
interesse immediato. E non è capace di assumere una prospettiva disinteressata
e più ampia. Altrimenti, perché ci sarebbe tanta corruzione? Si cercano le
cariche pubbliche non per servire lo Stato, ma per accumulare per sé o per il
proprio partito potere e soldi.
Dove sono
finiti per esempio i 49 milioni che la Lega ha sottratto allo Stato? Non è un
bell’esempio di interesse comune. E infatti si continuano a scoprire
amministratori e politi leghisti che rubano e malversano.
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