“Se uno
viene a me e non odia suo padre, sua madre, la moglie, i figli, i fratelli, le
sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo” diceva Gesù (Lc 14, 25-26). Ma che cosa significa
questa frase? Sembra che Gesù ce l'abbia con la famiglia, a differenza del
cristianesimo che a parole se ne è fatto sostenitore.
In realtà, è lo stesso messaggio che ci viene dal Buddha: lasciate
perdere i legami famigliari, lasciate perdere tutti i legami, perché non sono
altro che catene. Il che non significa che bisogna "odiare" i
parenti, la moglie e i figli, o che bisogna abbandonarli (anche se sia Gesù sia
il Buddha li avevano letteralmente abbandonati), ma che bisogna recidere ogni
attaccamento psicologico.
Però, attenzione, bisogna
"odiare" anche la propria vita, il proprio ego, il proprio sé. Il che
è lo stesso messaggio del Buddha, che non perde occasione per dire che il sé
non è che un'illusione che imprigiona. Ed è singolare che due maestri
spirituali di questo calibro dicano la stessa cosa. È il sé, l'ego,
l'egocentrismo, l'egoismo, l'origine di tutti i mali. Altro che allevare felici
famigliole! Dice il Buddha: "Il saggio lasci la propria casa nel mondo per
dimorare solitario e distaccato." E aggiunge: "Gli stolti sono soliti
dire: 'Io ho figli, io ho ricchezze'. Ma se non sono nemmeno padroni di se
stessi, come possono pretendere di possedere figli o ricchezze? Molte sono le
ansie degli uomini di mondo".
Qualcuno rifletta su queste parole.
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