La meditazione è un fenomeno
naturale: non c’è nessuno che non senta periodicamente il bisogno di starsene
solo, di raccogliersi, di riflettere e di fare il punto della situazione. Anche
in questo caso la meditazione è un tentativo di veder chiaro. Ma c’è la
possibilità di andare avanti e di praticare in maniera sistematica e
deliberata. Si adottano allora metodi di cui abbiamo sentito parlare, come
seguire il respiro o ripetere un mantra.
C’è però il rischio di non
procedere oltre questo livello elementare. Anche la ripetitività può finire per
bloccare ogni progresso. La meditazione può diventare nient’altro che una
specie di tranquillante.
C’è dunque la necessità di uscire
dalla routine e di sfruttare certi eventi favorevoli.
Per esempio, anche nel corso
di una giornata opprimente o tesa, c’è un momento in cui proviamo uno stato di
benessere, un benessere psico-fisico. In questo caso, cogliamo la palla al
balzo e facciamo della sensazione di benessere l’ “oggetto” e lo strumento
della nostra meditazione. Assaporiamo la sensazione di distensione e di
temporanea liberazione dalla morsa dei pensieri, delle ansie e delle
preoccupazioni, e cerchiamo di dilatarne gli effetti all’intero corpo e quindi all’intera
psiche. Notiamo che questa piccola liberazione dalla sofferenza abituale del
vivere è già un anticipo e un sentore di ciò che dovrebbe dare una vera
meditazione.
Di solito, per meditare, ci
diamo un oggetto. Ma la meditazione avanzata è quella che non ha oggetto,
perché non è sostenuta da pensieri. Qui si tratta di cogliere la natura vuota e
basilare della mente stessa. Che cosa rimane infatti della mente quando non ci
concentriamo su niente in particolare? Rimane uno stato calmo, vuoto, luminoso.
Nei momenti di tregua,
quando non inseguiamo o produciamo ossessivamente pensieri e sensazioni,
recuperiamo questo stato naturale della mente e concentriamoci semplicemente
sulla stessa consapevolezza.
Possiamo infatti dubitare di
tutto: del mondo esterno e del nostro stesso io. Ma di una cosa siamo certi: che
in questo momento, qui e ora, siamo consapevoli, siamo presenti. Non c’è niente
di cui essere consapevoli, tranne del fatto che siamo consapevoli.
A che cosa porta questo
metodo? Porta ad uno stato naturale, limpido, luminoso, sereno e rilassato
della consapevolezza originaria. Questo è lo stato che esiste prima che la
mente si metta a lavorare, con tutti i suoi condizionamenti. È uno stato che
non appartiene propriamente né al mondo fisico, né alla mente, né ad un io
specifico.
Indagare sulla natura di
questo stato è giungere all’origine di tutti i fenomeni.
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