martedì 1 dicembre 2015

La meditazione avanzata

La meditazione è un fenomeno naturale: non c’è nessuno che non senta periodicamente il bisogno di starsene solo, di raccogliersi, di riflettere e di fare il punto della situazione. Anche in questo caso la meditazione è un tentativo di veder chiaro. Ma c’è la possibilità di andare avanti e di praticare in maniera sistematica e deliberata. Si adottano allora metodi di cui abbiamo sentito parlare, come seguire il respiro o ripetere un mantra.
C’è però il rischio di non procedere oltre questo livello elementare. Anche la ripetitività può finire per bloccare ogni progresso. La meditazione può diventare nient’altro che una specie di tranquillante.
C’è dunque la necessità di uscire dalla routine e di sfruttare certi eventi favorevoli.
Per esempio, anche nel corso di una giornata opprimente o tesa, c’è un momento in cui proviamo uno stato di benessere, un benessere psico-fisico. In questo caso, cogliamo la palla al balzo e facciamo della sensazione di benessere l’ “oggetto” e lo strumento della nostra meditazione. Assaporiamo la sensazione di distensione e di temporanea liberazione dalla morsa dei pensieri, delle ansie e delle preoccupazioni, e cerchiamo di dilatarne gli effetti all’intero corpo e quindi all’intera psiche. Notiamo che questa piccola liberazione dalla sofferenza abituale del vivere è già un anticipo e un sentore di ciò che dovrebbe dare una vera meditazione.
Di solito, per meditare, ci diamo un oggetto. Ma la meditazione avanzata è quella che non ha oggetto, perché non è sostenuta da pensieri. Qui si tratta di cogliere la natura vuota e basilare della mente stessa. Che cosa rimane infatti della mente quando non ci concentriamo su niente in particolare? Rimane uno stato calmo, vuoto, luminoso.
Nei momenti di tregua, quando non inseguiamo o produciamo ossessivamente pensieri e sensazioni, recuperiamo questo stato naturale della mente e concentriamoci semplicemente sulla stessa consapevolezza.
Possiamo infatti dubitare di tutto: del mondo esterno e del nostro stesso io. Ma di una cosa siamo certi: che in questo momento, qui e ora, siamo consapevoli, siamo presenti. Non c’è niente di cui essere consapevoli, tranne del fatto che siamo consapevoli.
A che cosa porta questo metodo? Porta ad uno stato naturale, limpido, luminoso, sereno e rilassato della consapevolezza originaria. Questo è lo stato che esiste prima che la mente si metta a lavorare, con tutti i suoi condizionamenti. È uno stato che non appartiene propriamente né al mondo fisico, né alla mente, né ad un io specifico.

Indagare sulla natura di questo stato è giungere all’origine di tutti i fenomeni.

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