Quando
parliamo di meditazione, ci sembra che si tratti essenzialmente di
un’operazione della mente. Ma la mente non sorge dal nulla: è in stretta
connessione con il corpo. Tant’è vero che qualunque problema del corpo si
riflette sulla mente, e viceversa.
Se
abbiamo una forte preoccupazione, è probabile che a lungo andare il corpo ne
risenta e dia luogo a disturbi, tensioni o contrazioni. Ma è anche vero il
contrario: se il corpo è disteso e rilassato, anche la mente ne sarà
influenzata beneficamente.
Dato
che noi tendiamo a rilassare e a svuotare il più possibile la mente, lo stato e
la postura del corpo hanno una loro importanza. Ecco perché, in meditazione, si
parte da un controllo del corpo. La postura deve essere comoda ed equilibrata.
Non
ci dimentichiamo che sul corpo pesa la forza di gravità. Se teniamo una postura
curva o sbilanciata da una parte, ben presto proveremo un dolore e un senso di
disagio – che si ripercuoterà anche sulla mente.
Se
il corpo non è ben equilibrato, se la colonna vertebrale non è ben allineata,
qualche muscolo o qualche organo sarà teso e rigido. Ma lo stesso avviene se
siamo dominati da forti desideri, da avversioni o da paure: avremo come risultato
tensioni muscolari.
Poiché
noi siamo esseri psico-somatici, dobbiamo curare entrambi gli aspetti della
nostra unità: il lato fisico e il lato mentale.
Qualunque
sia la posizione prescelta (seduta a gambe incrociate, seduta con una gamba
davanti all’altra, seduta su una sedia, in ginocchio, in piedi, sdraiata, ecc.),
deve essere ben equilibrata. Inoltre, anche lo stato fisico generale del corpo
è importante: non a caso, negli Yogasutra
di Patanjali si dice che lo yoga non va bene né per chi mangia troppo né per
chi mangia troppo poco.
In
meditazione, curiamo insomma la postura e lo stato generale del corpo per
curare lo stato della mente, e curiamo lo stato della mente per curare lo stato
del corpo.
La
legge generale è che ogni tensione del corpo genera inevitabilmente una
tensione della mente e ogni tensione della mente (voler acquisire, avversare,
temere, ecc.) genera una tensione del corpo.
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