Non dobbiamo mai smettere di
ripeterci che la meditazione è una pratica,
non lo studio di una teoria.
Non studiamo soltanto quella
sintesi di buddhismo, induismo, zen, chan, yoga, advaita vedanta e taoismo che
chiamiamo meditazione, ma la pratichiamo. Ossia, ci astraiamo un po’ dalla
realtà tumultuosa, calmiamo il respiro, calmiamo la mente e, a quel punto,
diamo uno sguardo profondo a ciò che siamo, a ciò che ci succede.
Osserviamo come siamo, come
funzioniamo.
La teoria aiuta. Ma è
un’arma a doppio taglio: può diventare uno schema astratto cui cerchiamo di
aderire.
Noi, invece, non dobbiamo
farci seguaci di nessun credo. Piuttosto, dobbiamo sperimentare tutto.
E, se qualcosa non lo
sperimentiamo, dobbiamo dire: “Non lo so, non ho potuto verificarlo; può essere,
ma può anche non essere”.
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