Quando
siamo dominati da desideri di avidità, di fama, di potere e di ricchezze, siamo
in preda all’insoddisfazione e all’angoscia. Infatti, più forti sono i nostri
desideri, più intensa è la nostra sofferenza.
Molto
meglio avere piccoli desideri che possano essere soddisfatti.
Il
buddhismo e altre tradizioni spirituali insegnano che, per uscire dalla
sofferenza e dall’angoscia, è necessario uscire dalla morsa dei desideri
smodati e contemplare il “momento della soddisfazione,” ossia apprezzare ciò
che già abbiamo, le cose semplici ma essenziali, come il cibo, la salute, ecc.
Chi
infatti non sa essere soddisfatto, sarebbe infelice anche se fosse ricco e
potente.
Ma
qui c’è un paradosso. Se infatti non fossimo insoddisfatti, non saremmo spinti
a liberarci.
Tutto
è desiderio, anche la volontà di illuminazione. Però si noti bene: la
liberazione non è un desiderio egoico di fama, potere e ricchezza, ma
esattamente il contrario – il disfarsi dei limiti e delle aspirazioni dell’ego.
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