La coscienza e l’autocoscienza
sono la grandezza dell’essere umano: non ci sono dubbi. Ma hanno un aspetto
negativo: presuppongono sempre una divisione, una separazione, una distanza, un
divario fra soggetto e oggetto, che, nel caso dell’autocoscienza, diventa una scissione
dell’essere stesso. E si può dire che da questa scissione nascono tutti i
nostri problemi.
In meditazione parliamo di
sviluppare la consapevolezza, non però nel senso di accentuare la divaricazione
tra i due poli, ma nel senso di superare la dicotomia.
Non c’è un io che si
rafforza meditando. Non c’è neppure il meditante.
Resta il meditare.
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