Retrocedendo
dall'asfittica esperienza egoica, collegandoci ad un senso più ampio del
presente, uscendo dai limiti imposti dalla natura e auto-imposti, ci saranno
momenti in cui sentiremo di essere quella vastità, quella spaziosità. Uscire
dal tempo finito per entrare nell'esperienza del qui e ora, che è sempre
presente e potenzialmente infinito.
Come
fare? Cogliere la realtà fisica del momento, magari seguendo il respiro e le
altre percezioni.
Vivere
l'istante presente, anziché pensarlo.
Domandarsi:
"Che cos'è questo?" Ma non rispondere con le normali categorie
mentali. Se si guarda bene, a fondo, si trova una realtà molto più vasta.
L'uomo
è esigenza di infinito: questa è la sua grandezza. Non può fermarsi alle
consuete esperienze del suo attuale piccolo io.
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