venerdì 28 giugno 2019

Oltre l'uomo condizionato


Scopo della meditazione non è tanto essere felici, quanto superare la sofferenza; e superare la sofferenza significa oltrepassare la condizione umana abituale, quella contraddistinta da alti e da bassi, da piacere e dolore, da felicità e infelicità. Infatti, negli ultimi jhana (livelli di meditazione) ci si lascia alle spalle ogni esuberanza emozionale, per approdare ad uno stato di equanimità, ossia di lucida e limpida visione. Sto parlando non di esperienze mistiche, ma di esperienze alla portata di tutti. Questo vuol dire fare del quotidiano la via per lo straordinario.
              Infatti, come l'infelicità è il risultato di un lungo condizionamento, così l'equanimità può essere anch'essa il risultato di un altro addestramento - stavolta positivo.
              Ci si può allenare da subito, da adesso. Tutti possiamo superare gli estremi del dolore e della gioia, così come ci succede in certe occasioni. Si deve notare, infatti, che le grandi gioie e i grandi dolori sono esperienze estreme . Mentre la vita procede per lo più su una via mediana.
              Possiamo fare della medianità una via di chiarezza. Perché in fondo la medianità è neutralità, imparzialità, è non sbandare né da una parte né dall'altra, è vivere centrati.
              Un buon risultato della meditazione è una riduzione della reattività allo stress, ciò che i Padri del deserto definivano “una mente non turbata”, ossia una riduzione dell’ansia e degli squilibri emotivi.
              Se riusciamo a far rimanere la mente in uno stato di neutralità, distacco, immobilità e silenzio, senza fluttuazioni, la ripuliremo del tutto e potremo veder chiaro. Bisogna però allenarsi quotidianamente. E le occasioni non mancano.
              Guardate quei poveretti che alla minima occasione si arrabbiano, gridano e insultano – hanno perso il ben dell’intelletto. Basta una mosca al naso per farli esplodere. Non hanno né la minima consapevolezza né il minimo autocontrollo. Sono pupazzi diretti da istinti e condizionamenti psicologici. Sono esseri malati, immaturi, non evoluti. Non meditano.
              Invece meditare significa prima trovare questi stati di calma e di equilibrio durante la meditazione e poi travasarli nella vita di tutti i giorni.


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