Per noi oggi è difficile meditare perché la nostra società è
basata su un deficit d’attenzione generalizzato, su una distrazione continua
dalla nostra interiorità. Siamo sempre impegnati a fare o a pensare qualcosa,
senza poter dimorare a lungo in ogni singola attività. Ci muoviamo da un
oggetto all’altro, da un luogo all’altro. L’idea di rimanere fermi a lungo ci fa
sentire male.
Per gli scolari irrequieti è stata coniata l’espressione “disturbo
da deficit di attenzione”, perché questi bambini non possono soffermarsi su
nulla e sono iperattivi. Ma ormai l’intera società è così. È come se si fuggisse
sempre da qualcosa, soprattutto da se stessi e da una visione integrale del
mondo.
Sono stati inventati miriadi di lavori, di giochi e di passatempi
che ci permettono di distrarci di continuo, di essere sempre altrove, di non
essere mai presenti in quello che facciamo o pensiamo. Molti di noi sono
perfettamente alienati. Si muovono e saltano ininterrottamente da una persona
all’altra, da un argomento all’altro, da un luogo all’altro, da un pensiero all’altro,
da una sensazione all’altra, pur di non rimanere più di qualche secondo su un unico
punto, pur di non concentrarci su niente, pur di non stare attenti a nulla e a
nessuno.
Ecco perché il rimedio a questa malattia mentale consiste
essenzialmente nello stare fermi,
fisicamente ma soprattutto mentalmente.
Provate a stare fermi e presenti per un po’. Vi si allargherà all’improvviso
la visione.
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