mercoledì 19 giugno 2019

I pericoli della meditazione


I movimenti spirituali e le religioni possono essere utilizzati in due modi: per risvegliare la gente o per addormentarla ancora di più (“l’oppio dei popoli”). Nel caso della meditazione, c’è il pericolo che si diffonda l’illusione che basti un po’ di concentrazione su di sé e di quiete per risolvere problemi che sono causati dalla società, dalla politica e dall’economia. Se non ho lavoro o sono oberato di tasse, non sarà la meditazione che mi darà la soluzione.
C’è il pericolo che io sia indotto a vedere il mio disagio non come realmente fondato anche dall’esterno, dalle condizioni psicologiche socio-economiche, ma come un mio problema individuale che può essere risolto da semplici operazioni psichiche. Il tutto può trasformarsi in un ritiro nella sfera privata, in una resa quietistica, in una coscienza che non giudica più, in un adeguamento allo status quo.
In tal caso la meditazione diventerebbe una spiritualità individualista, una religione dell’io. Tutto il contrario di quello che è.
Ma la meditazione svolge un altro lavoro: estendendo la presenza mentale e l’attenzione a sé e al mondo, è in grado di farmi capire l’origine dei problemi che mi affliggono. Mi rende inoltre consapevole che anche certi problemi psicologici di tensione, di disagio e di malessere sono in realtà il portato di problemi sociali. E mi fa vedere l’interdipendenza di tutti gli io, distruggendo l’illusione di autocontrollo.
Sviluppare la consapevolezza significa proprio questo: rivolgere l’attenzione non solo ai propri problemi psicologici, ma anche ai problemi sociali dell’ambiente in cui vivo. Per lo meno, mi fa vedere la connessione fra i due ordini di problemi.
Cercare il risveglio significa aprire gli occhi davanti alla realtà nel suo complesso, significa prendere le distanze dalle tecniche di manipolazione dell’economia, della pubblicità, della politicia e del potere. In questo momento, io sono il cittadino di questo paese che ha questi problemi ed è comandato da questi politici che hanno queste mire.
Anche la medicalizzazione dello stress, risolvibile magari con un corso di qualche settimana di concentrazione e di distacco dalla realtà, o di psicoterapia, può essere un errore. La meditazione non è una tecnica buona per tutti gli usi e apolitica. Con essa prendiamo coscienza proprio del fatto che siamo condizionati pesantemente dalla famiglia, dai tempi, dalle religioni, dalla scuola e dal potere, e cerchiamo una libertà che non sia semplicemente in noi stessi, ma nel mondo intero.
Chi libera se stesso, libera il mondo. Chi si rende più consapevole, aiuta il mondo a rendersi più consapevole. L'individuo e la realtà sono sempre in un rapporto dialettico che non può essere eluso.

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